Tom “Black Jack” Ketchum, re delle rapine ai treni

A cura di Sergio Mura

Tom “Black Jack” Ketchum
Thomas Edward Ketchum, noto come “Black Jack”, figlio di Green Berry Ketchum e Temperance Katherine Wydick Ketchum, era il più piccolo di otto fratelli (sei maschietti ed una femminuccia). Non ebbe un’infanzia particolarmente serena, considerando che restò orfano di padre quando aveva appena cinque anni e anche di madre all’età di dieci anni.
Era nato nell’ottobre del 1863 nella contea di San Saba in Texas. Tra i suoi fratelli c’erano fulgidi esempi, come Tom che era diventato un noto e rispettato allevatore della zona, e esempi meno pregevoli, come Sam che non si fece scrupolo di abbandonare sua moglie ed un figlio di appena tre anni perchè la famiglia non faceva per lui.
Sam e Tom lavorarono insieme per qualche tempo presso i ranch del Texas e del New Mexico, imparando a conoscere terribilmente bene tutto quel vasto territorio e questo gli sarebbe tornato comodo nel proseguo della loro vita.
Dopo qualche anno trascorso nella regolarità, Tom decise che quel tipo di vita non faceva per lui e scelse senza altro indugio la pista dei fuorilegge, imbrancandosi con un folto gruppo di desperados dei dintorni insieme a quella perla di Sam, uno dei suoi fratelli.
Sam Ketchum
Nel 1892, Tom “Black Jack”, suo fratello Sam e parecchi altri fuorilegge vennero a sapere che su un treno della linea “Atchison Topeka and Santa Fe” sarebbero state trasportate le paghe dei lavoratori di alcune grosse aziende del posto. Ci misero poco ad organizzare una bella rapina e decisero di portarla a termine nei pressi di Nutt, nel New Mexico, una stazione di rifornimento d’acqua presso la quale il treno avrebbe dovuto fare sosta.
Il treno venne rapinato sotto la minaccia delle armi e furono portati via 20.000 $, una cifra enorme per quei tempi, che non furono mai più recuperati. Non tutto andò per il verso giusto, dato che uno dei conducenti riuscì a strisciare via, raggiungere Nutt e a lanciare l’allarme con il telegrafo. La richiesta di aiuto venne ascoltata a Lake Valley, un paese distante dal luogo della rapina circa 18 miglia, e una “posse” partì immediatamente in caccia dei fuorilegge. Ma era troppo tardi! La banda si era messa al sicuro e Tom era rientrato in Arizona. Un altro episodio molto grave di cui abbiamo notizia si svolse nel 1895. Quell’anno Black Jack e altri banditi assassinarono in Texas un certo John N. “Jap” Powers, un ranchero confinante nella Tom Green County (Texas). Tom Ketchum venne presto individuato come colpevole e ammise la sua colpa, pur sostenendo di non essere stato solo e di essere stato pagato per compiere il delitto. Ad ogni buon conto, i due fratelli, Tom e Sam, presero rapidamente il volo dirigendosi verso il New Mexico.


Un treno della “Atchison Topeka and Santa Fe”

Nel New Mexico Tom e gli altri amici della sua gang si misero in mostra per le buone maniere che sapevano mostrare e per tutto il denaro che portavano con sé e che spendevano fin tropppo volentieri. Le ragazze dei dintorni erano semplicemente estasiate da quella “buona gioventù”… Quando, più avanti nel tempo, si sarebbe scoperto che erano tutti banditi della banda di Black Jack Ketchum, tutti si dissero stupiti e addolorati.
Questo testimonia che Tom “Black Jack” Ketchum ed i suoi giovani compari sapevano gestire molto bene la propria doppia vita, non lasciando trasparire la vera occupazione. Nel 1895 Tom lavorò con alcuni amici presso un ranch da cui fuggì un po’ di tempo dopo rubando scorte consistenti. Lo stesso anno, il 10 giugno per la precisione, fu visto nella piccola comunità di Liberty, sempre nel New Mexico. La notte stessa la gang svuotò le casse dello store e dell’ufficio postale e se la diede a gambe, inseguita dai padroni e da altri volontari del posto. I due gruppi ingaggiarono battaglia e i banditi ebbero la meglio, uccidendo quasi tutti i cittadini che li avevano inseguiti.
Il New Mexico stava diventando un posto caldo per la banda di Black Jack e così il capo decise di spostarsi in Arizona dove trovò ospitalità per tutti presso la banda di Butch Cassidy a “Hole in the Wall”.


In questo canyon si nascondevano spesso Balck Jack e i suoi

Questo è un periodo abbastanza intenso e l’attività principale della banda di Ketchum diventa indiscutibilmente la rapina ai treni portavalori e postali. La tecnica è molto semplice: si ferma il treno armi alla mano e mentre il personale di guardia ed i passeggeri vengono costretti all’immobilità, si sgancia il vagone postale e lo si allontana dal resto del treno (fino a un paio di chilometri di distanza) e lo si svuota indisturbati.
Questo sistema venne usato anche il 3 settembre 1897 quando Black Jack ed i suoi rapinarono un treno portandosi via un bottino di 20.000 $ in oro e 40.000 $ in argento.
La banda era così collaudata che era in grado di operare persino senza il capo. Così, l’11 luglio del 1899 Sam Ketchum, Bill Carver, Elza Lay e un certo McGinnis assaltarono un treno nei pressi di Folsom (New Mexico) e si portarono via circa 50.000 $. Stavolta però le cose non andarono per il verso giusto e i banditi furono raggiunti dalla solita posse che era stata prontamente organizzata. Ne scaturì un durissimo scontro a fuoco in cui i banditi poterono contare su armi nuovissime e potenti. Nonostante questo, però, Sam Ketchum e McGinnis furono feriti e catturati dagli sceriffi.
Tom Ketchum
Agli uomini di legge le cose andarono persino peggio, dato che persero la vita 2 persone, tra cui lo sceriffo Edward Farr, ed un’altra fu gravemente ferita. In seguito Sam Ketchum, fratello di Black Jack Ketchum, morì per le ferite riportate. Ma non finì così! In agosto venne catturato anche Elza Lay e condannato al carcere a vita per i fatti della rapina al treno. Solo Bill Carver riuscì a farla franca imbrancandosi con il Wild Bunch.
Nel frattempo, Tom Ketchum, ignaro dell’infausto destino toccato al fratello e a aprte della sua banda, aveva progettato un ennesimo assalto al treno per il 16 agosto 1899. Il sistema sarebbe dovuto essere il solito, dato che era ben collaudato, ma qualcosa andò storto… Black Jack salì sul treno e impose ai macchinisti di bloccarlo, ma a causa della velocità, il treno finì per bloccarsi nel bel mezzo di una curva da cui non fu possibile smuovere la carrozza postale. Per il conducente Frank Harrington quella era la terza rapina che subiva; gli sembrò troppo, per cui decise di imbracciare un fucile a canne mozze che teneva a portata di mano e lo puntò contro Black Jack. Si sentirono due spari quasi nello stesso istante. Il colpo di Harrington andò a conficcarsi all’altezza del gomito destro di Black Jack, quasi amputandoglielo. Ketchum cadde rovinosamente all’indietro, finendo a terra, giù dal treno. I macchinisti, terrorizzati dalla scena e dai rischi, decisero di rimettere il treno in moto e fuggirono velocemente. In ogni stazione che incontrarono sulla strada del treno avvisarono della tentata rapina gli sceriffi, suggerendogli di tentare di raggiungere il bandito malamente ferito.


Il momento dell’impiccagione

Come in altri casi venne organizzata una posse che si mise in caccia del rapinatore. Black Jack, intanto, aveva provato almeno una dozzina di volte a mettersi in sella, ma il dolore glielo impedì, al punto che decise di sedersi e attendere l’arrivo degli uomini di legge. Seguì l’arresto di cui si conoscono due versioni. Secondo la più accreditata, Black Jack venne soccorso dal personale di un treno diretto a Folsom e in transito dalle parti della rapina l’indomani mattina presto. Ketchum attirò l’attenzione agitando il suo cappello sulla canna del fucile e chiese di essere soccorso. Un’altra fonte sostiene che la cattura fu merito dello sceriffo Saturnino Pinard. Ad ogni buon conto, è certo che Black Jack, dopo essere stato caricato nel vagone merci del treno, venne trasportato fino a Folsom dove fu sbattuto in una cella.
Sulle prime non vi fu la completa certezza dell’identità di Black Jack, anche perchè il suo volto non era noto a tutti e lui stesso, ormai in carcere, tentò di confondere le acque, dichiarando false generalità. Ammise le sue colpe, ma dichiarò che si trattava della sua prima rapina. Data la gravità della ferita, Black Jack venne trasferito in treno al San Raphael, l’ospedale di Trinidad (Colorado), dove gli venne amputato il braccio.


Gli ultimi istanti di vita di Black Jack

A questo punto Tom era stato ormai riconosciuto e perciò fu spedito a Santa Fe per un primo periodo di detenzione. Da Santa Fe venne trasferito a Clayton per il processo, a conclusione del quale venne emessa una sentenza di morte per impiccagione. La condanna a morte fu rinviata svariate volte finchè non iniziò a girare la voce che gli uomini della banda di Black Jack erano intenzionati a liberare il loro capo; a quel punto il giudice decise che Black Jack sarebbe stato impiccato il 26 aprile 1901 alle 8 del mattino.
L’evento fu organizzato con quello che oggi si direbbe un certo senso dello spettacolo, con tanto di chiusura dei negozi (ma non dei saloon!), vendita dei biglietti e diffusione della notizia in tutta l’area di Clayton. Ci fu anche qualche contrattempo dovuto al fatto che a Clayton non era mai stato impiccato alcuno, per cui mancava l’esperienza.


Il corpo senza testa

Le discussioni sulla lunghezza della corda si fecero infinite, al punto che la notte precedente all’esecuzione venne fatta una prova generale usando come fantoccio un sacco pieno di sabbia…
Alle 13,13 dell’indomani Tom “Black Jack” Ketchum venne impiccato, ma la sua morte venne funestata dall’incompetenza. Quelli che la sera prima avevano provato l’impiccagione con un sacco di sabbia, avevano lasciato lo stesso dentro la fossa della forca, rendendo la corda particolarmente tesa. Quando Black Jack cadde dentro la buca venne decapitato all’istante e la sua testa venne tenuta insieme al corpo solo dal cappuccio nero che era stato ficcato dentro il collo della camicia. Pochi minuti più tardi il dottore sentenziò che Ketchum era proprio morto e ricucì la testa al corpo prima di farlo seppellire.
La morte di Tom Ketchum sarebbe stata ricordata come “l’unica causata da una tentata rapina ad un treno in tutta la storia del New Mexico”.

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