Theodore Roosevelt, il cacciatore

A cura di Marco Vecchioni

Oltre ai sangue blu inglesi ed europei in generale, anche gli aristocratici americani, la crema della società, subirono il fascino del West e della caccia. Tra tutti, il più importante fu Theodore Roosevelt che attribuì all’esperienza vissuta nel West gran parte dei successi raccolti nel corso della sua straordinaria esistenza.
Senza dubbio le battute di caccia e la consapevolezza delle pressioni esercitate ai danni della fauna del West portarono Roosevelt a ricoprire un ruolo primario nella lotta per la conservazione delle specie.
Durante la stesura del suo secondo libro sulla caccia, Ranch Life and the Hunting Trail il suo intervento fu determinante per la costituzione di un’organizzazione nazionale che si sarebbe occupata della natura e della conservazione delle specie animali: il Boone and Crockett Club (1887). Tra i membri fondatori del club i più importanti furono l’artista Albert Bierstadt, il naturalista George Bird Grinnell e il fratello di Theodore Roosevelt, Elliot, padre di Eleanor. 
Theodore Roosevelt scrisse la costituzione dell’associazione e ne fu il primo presidente.
I membri dovevano aver cacciato lealmente “almeno un esemplare di una delle grosse specie americane di grossa selvaggina”: orsi, bisonti, pecore delle montagne rocciose, caribù, il bue muschiato, la capra bianca, l’alce, il lupo, l’antilocapra americana, l’alce americano e il cervo. Il club non accettava più di cento soci, ma la sua influenza sulla conservazione delle specie, sulla caccia e sulla salvaguardia del patrimonio forestale fu molto preziosa.
La New Zoological Society, il Glacier National Park e altre riserve federali di caccia non sono che alcune delle creazioni della Boone and Crockett Club.
Un’altra importante organizzazione per la conservazione delle specie in America fu la Camp Fire Club of America fondata nel 1897 e di cui Theodore Roosevelt fu membro attivo.
Entrambi gli organismi sono a tutt’oggi impegnati in prima linea sul fronte animalista.
Il libro dell’autore Theodore Roosevelt Outdoorsman, documenta il ruolo fondamentale di Roosevelt nella protezione della fauna. D’altra parte, il suo operato fu in gran parte il risultato dei molti anni a trascorsi a cacciare nel West e proprio la prima delle sue battute di caccia grossa dimostra l’audacia e lo spirito sportivo di questo personaggio.
La sua guida, Joe Ferris, condusse Theodore Roosevelt nelle Badlands, alla ricerca di bisonti ( 1883 ). Theodore aveva un fucile Sharps calibro 45-120.
Dopo una settimana trascorsa all’inseguimento delle loro prede, sotto la pioggia battente e in mezzo al fango, durante la quale i cavalli fuggirono, temporaneamente spaventati da quelli che sembravano coyotes. Roosevelt riuscì finalmente ad uccidere un bisonte con uno splendido colpo.


Un gruppo di cavcciatori

Afferma Ferris: “ Roosevelt sembrava un ragazzino appena uscito da scuola e anch’io. Non ho mai visto un simile entusiasmo in vita mia e, per Giove, ho avuto più di un motivo per entusiasmarmi. Ero stanco morto ma lui era così impaziente di uccidere il suo primo bisonte che in qualche modo mi contagiò e anch’io desiderai quanto lui vederglielo fare”. Roosevelt era cos’ ebbro di gioia che improvvisò una danza indiana attorno a quell’enorme carcassa e poi diede a Ferris più sbalordito che mai 100 dollari in contanti.
Nel suo primo libro sulla natura e sulla vita all’aria aperta ( 1885 ) Trips of a Ranchman , Roosevelt parlò della sua preferenza per il Winchester modello 1876 e per i Winchester in generale: “Il Winchester model 1876, calibro 45-75, il cui calcio e il cui mirino furono appositamente studiati per me, è senza ombra di dubbio l’arma migliore che io abbia mai posseduto. La uso quasi in esclusiva e con essa ho ucciso ogni sorta di prede, dall’orso grizzly al bighorn.
E’ maneggevole da trasportare, sia a piedi che a cavallo; è assolutamente sicura e non ha un rinculo che pregiudichi o disturbi la mira; infine arriva fin dove l’uomo può mirare con molta precisione e la pallottola, che pesa tre quarti di oncia è grande abbastanza da abbattere qualsiasi cosa in questo continente. Il Winchester è la migliore arma per cacciare qualunque animale degli Stati Uniti: è micidiale, preciso e maneggevole, resiste al logorio dell’uso ed è insuperabile per la rapidità dei suoi colpi e per la facilità con la quale lo si ricarica.”
Per le sue battute di caccia nel West, Roosevelt iniziò presto a orientarsi sui Winchester a leva. La sua collezione d’armi, in continua crescita, comprendeva tutta la serie dei Winchester lever-action: il 1873, il 1876, il 1886, il 1892, il 1894 e il 1895 in tutti i calibri, dal 32-20, il più piccolo, al 45-90, il più grande. La sua competenza gli derivava dagli anni trascorsi a cacciare nel Nord America, soprattutto nel West. Possedeva più di cinquanta armi, quasi tutti fucili, ed era in grado di discutere di armi, munizioni, caccia, animali selvatici e loro conservazione con qualsiasi esperto del tempo. Era abile anche nel caricare l’arma manualmente, operazione che si dice abbia eseguito ai tempi della sua presidenza. Fu un grande esempio per intere generazioni di sportivi e cacciatori protezionisti.
Roosevelt e altri americani, ma anche gli inglesi e gli europei, hanno lasciato una vasta letteratura sui cacciatori e gli sportivi-gentiluomini del West.

La crociata a favore degli animali selvatici

In posizione opposta agli sportivi di sangue blu e alla maggior parte di coloni, ranchers, cowboys, ufficiali di pace, militari, bottegai e altri, stavano i cacciatori professionisti, una razza non incline a pensare in termini protezionistici ed anzi intenzionata a sfruttare la fauna selvatica per puro profitto.
Nel periodo in cui Theodore Roosevelt era completamente assorbito dalle sue battute di caccia nel West, le grandi mandrie di bisonti erano state decimate e altre specie animali erano in via di estinzione. Questo era lo scenario che spinse gli sportivi americani a dare il via al programma di conservazione delle specie più efficace del mondo.


Fucili e pelli

Sportivi e cacciatori coscienziosi divennero paladini del mondo animale organizzando un movimento attivo anche in epoca moderna. Il cervo comune e il suo cugino americano, l’ Odocoileus Hemionus, il tacchino selvatico, l’antilope americana, l’orso bruno, la pecora selvatica e il bisonte, devono tutti la loro sopravvivenza a generazioni di sportivi più che a ogni altro settore della popolazione americana.
Grazie al contributo di personaggi come Theodore Roosevelt, alla fine del diciannovesimo secolo e soprattutto agli inizi del ventesimo la gestione del patrimonio animale in America fece grandi progressi. Già all’epoca della Prima Guerra Mondiale quasi tutti gli sati avevano uffici che si occupavano dei progetti di conservazione e protezione della natura.
Il movimento è tuttora potente ed efficace, sia a livello pubblico che privato, al contrario di alcune piccole e false associazioni protezionistiche a scopo di lucro.
Le licenze di caccia contribuirono a finanziare gli uffici statali e i loro impiegati.
Nel 1937 venne approvato il Pittman Roberston Act, in virtù del quale il 10 per cento delle tasse sulle vendite delle armi e delle munizioni veniva destinato a finanziare i progetti di conservazione del patrimonio animale a livello statale e federale.
Oggigiorno, la caccia nel West è un affare che frutta milioni di dollari, considerando che i costi di licenze, armi, munizioni, bagaglio, equipaggiamento, alloggio, viaggio, guide e altri.
Esistono organismi per la protezione di alcune specie, come la Foundation for North American Wild Sheep, che organizzano aste nelle quali la vendita di alcuni trofei di caccia può fruttare anche più di 75.000 dollari, interamente stanziati per i progetti di tutela animale.
Ebbene, alcune delle più spettacolari armi sportive vennero create per raccogliere fondi a favore di queste associazioni.
Decorati con scene di animali selvatici e spesso impreziositi da intarsi dorati, questi e altri fucili meno lussuosi hanno fruttato milioni di dollari per la conservazione della fauna. La maggior parte dei fondi sono stati utilizzati nel West ma anche in altre parti del mondo.
La raccolta di fondi è stata curata per lo più dal Boone and Crockett Club, dal Camp Fire Club of America, dalla Foundation for North American Wild Sheep, dalla Rocky Mountains Elk Foundation e tante altre.
Ancora oggi il West è il paradiso dei cacciatori e il merito va attribuito a pionieri come Theodore Roosevelt, William Drummond Stewart, il conte di Dunraven, al loro spirito sportivo e al loro amore per la natura.

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