Etnostoria della valle dell’Ohio

A cura di Gianni Albertoli

Questo grande e vastissimo territorio ha visto nei secoli vari spostamenti di popolazioni; quando gli indiani Muskhogean sono entrati nel sud-est americano, i gruppi Sioux sono stati sospinti verso nord fino al fiume Cumberland, e poi si sono mossi prevalentemente verso la valle occidentale del fiume Ohio, anticamente noto come “il fiume degli Akansea”. Spostatisi gradatamente verso ovest, sotto la spinta degli Irochesi dall’est, e dei vari gruppi algonchini dal nord, i Sioux sono stati infine spinti verso le pianure. Così, gli Algonchini sono diventati i veri padroni del territorio, difendendolo accanitamente dalle mire espansionistiche degli Irochesi. L’antica storia della valle dell’Ohio è ancor oggi sconosciuta e soltanto i Rapporti dei gesuiti francesi vengono in nostro aiuto.
Padre Gabriel Dreuillettes ebbe modo di raggiungere un insediamento indiano che poi chiamerà Saint Michel.
Gli abitanti erano chiamati dagli indiani Algonchini con il nome di “Oupouteouatamik”; nel villaggio, stando al gesuita, vi erano almeno 700 uomini, quindi si presume una popolazione complessiva di circa 3 mila anime, dal momento che “ad un uomo corrispondono almeno tre o quattro altre persone, donne e bambini”. Questi indiani “hanno per vicini di casa i Kiskacoueiak e i Negaouichiriniouek; in questo paese vi sono anche un centinaio di uomini della Nazione del Tabacco sfuggiti alla crudeltà degli Iroquois”. La seconda nazione “è composta dai Nouek, dagli Ouiniwipegouek e dai Meloouminek, questi indiani vivono ad una brevissima distanza dal villaggio di Saint Michel occupato dagli Oupouteouatamik”; il gesuita continuava dicendo che questi indiani “sono circa 80 persone che non praticano la semina, ma che raccolgono una sorta di segala selvatica che cresce nei loro prati e che è considerata superiore al mais indiano”. Inoltre, circa “200 Algonquins abitano la sponda settentrionale del grande lago e le acque dolci del mare Hurons”, anche questi indiani avevano “trovato rifugio in questo luogo”.
La terza nazione è “distante circa tre giorni di navigazione interna dal villaggio di Saint Michel, essa è composta dai Makoutensak e dagli Outitchakouk”; questi indiani, stando al gesuita, erano stati incontrati da due francesi i quali affermavano che avevano “una predisposizione alla gentilezza”.
La quarta nazione aveva un villaggio di circa un migliaio di persone, “distante tre giorni di viaggio dal paese di Saint Michel”, la sua popolazione doveva essere piuttosto elevata, per un totale di “4-5 migliaia di anime”. La quinta nazione era “chiamata Aliniouek ed era la più grande, calcolata in circa 20 mila uomini e con un centinaio di migliaia di anime, e con oltre 60 paesi”, il loro insediamento era posto a “sette giorni di viaggio verso ovest da Saint Michel”. La sesta nazione, “i cui uomini erano chiamati Oumamik era distante 60 leghe da St. Michel, aveva almeno 8 mila uomini con una popolazione di 24 mila anime”. La settima nazione era “chiamata Poulak”, un termine significante “guerrieri”, essa “aveva 30 paesi” a nord-ovest di St. Michel. L’ottava nazione “si trova a nord-ovest, a dieci giorni di viaggio da St. Michel, ha circa 40 villaggi ed è abitata dai Nadouechiouek e dai Mantouek”. La nona nazione era “situata al di là dei Nadouechioueck, a 30-35 leghe dal lago Alimibeg”, essa era chiamata “la nazione degli Assinipoualak” o “guerrieri della roccia”. La decima nazione era quella dei “Kilistinons, che comprende quattro tribù”, ovvero “gli Alimibegouek Kilistinons, gli Ataouabouscatouek Kilistinons della baia, i Nipisininiens Kilistinons che commerciano con altri indiani, e i Nisbourounik Kilistinons”. Il gesuita continuava con la quattordicesima nazione, “essa ha 30 paesi ed è abitata dagli Atsistagherronnons, che vivono a 6-7 giorni di viaggio a sud-sud-ovest da St. Michel; gli indiani Onnontagueronnons hanno recentemente dichiarato guerra contro di loro”. Padre Dreuillettes aveva saputo da un capitano che circa “2 mila indiani Algonquins” stavano coltivando la terra, ma che nella zona vi erano anche altre nazioni ben più popolose; il capitano affermava che, “verso sud e sud-est vi erano più di trenta nazioni che parlano la lingua Abnaquiois”.

“Io non parlo”, dice il padre gesuita, “delle nazioni conosciute da lungo tempo”, infatti, il Dreuillettes non menzionava gli indiani Kichesipiiriniouek, Kinonchepiirinik, Ounountchatarounongak, Mataouchkairinik, Ouasaouanik, Ouraouakmikoug, Oukiskimanitouk, Mashasnik, Nikikouek, Michesaking e Pagoutik, ovvero le genti delle zone di Sault St. Marie, inoltre non ricordava i Kichkankoueisk. Tutte queste nazioni, “molte delle quali sono state maltrattate dagli Iroquois, usano la lingua Algonquin”. Di tutte queste popolazioni del nord-est, il punto centrale era un insediamento degli “indiani Pottawattomie” (Potawatomi), che i gesuiti chiamavano St. Michel.
E’ impossibile individuare con precisione il luogo di questo villaggio ma, probabilmente, era sulla riva occidentale del lago Michigan, dove soggiornava spesso una numerosa banda di Potawatomi, affiancata da alcuni profughi Huron e Petun. Le popolazioni più vicine erano quelle dei Kiskakons e degli Ottawa, ma anche una banda degli Illinois nota come “Negawichi”; questa ultima nazione era ricordata come “Aliniwek” ed essa era “la più popolosa di tutte” perché occupava larghe zone del Wisconsin e buona parte dell’Illinois. A nord dei Potawatomi vi erano i Winnebago della Green Bay, con i “Menomonees” (Menominee) sulla sponda occidentale della baia e lungo il fiume che porta il loro nome, poi, “al di là vi erano i Noukek o Nouquets”, comunemente Noquet – ma anche Roquai -, che hanno dato il nome alla Noquet Bay. Gli indiani Menominee erano noti ai francesi come “folles avoines”, (“il popolo dell’avena selvatica”), e proprio in questo Rapporto essi entrano per la prima volta nelle Relazioni gesuite. Gli indiani “navigazione interna da St. Michel” erano i Mascoutens, i Gamies (Outtagamie) o “Renards” (Fox), stanziati sull’alto corso del fiume Fox ed anche sul corso del fiume Wolf; i due francesi che visitarono queste popolazioni furono il Radisson e il Grosseliers. Gli indiani “Ouamis” erano i Miami, stanziati “in direzione opposta” e di fronte al lago Michigan.

La tribù Poualak era probabilmente stanziata nel Minnesota orientale, lungo la riva occidentale del Mississippi, mentre i loro parenti Assinipouelak, occupavano le terre a ovest del Nipigon Lake (Alimibeg) e alcune terre a nord-ovest del lago Superiore. Sull’identificazione dei Poualak esistono parecchi dubbi, ma essendo parenti degli Assinipouelak, cioè dei futuri Assiniboin, risulta evidente che appartenessero ai gruppi Sioux; inoltre, nelle terre circostanti a queste due popolazioni vivevano anche gli indiani Nadouechi, ovvero i Dakota Sioux, i gruppi orientali. Problematico è anche l’identificazione dei Mantoue, una popolazione che alcuni studiosi identificano con i Mandan; la loro localizzazione sulla penisola settentrionale del lago Michigan sembra però errata, almeno per l’anno 1640, in quanto avrebbero dovuto trovarsi a est del Devil Lake. La grande nazione Kilistinons (Cree) è in questa fonte divisa in base al loro insediamento, in primo luogo quelle del lago Nipigon, quelle a ovest della James Bay e quelle stanziate tra il lago Nipigon e il fiume Moose, tutte queste regioni erano però anche accessibili agli indiani Nipissing. La tribù menzionata come Nisibourounik era probabilmente affine e stanziata sul fiume East Main. Altrettanto complicata è la menzione degli Atsistagherronnons, successivamente conosciuti come Mascoutens, un gruppo che sarebbe migrato verso nord per stabilirsi nelle terre dei Fox, ma probabilmente erano soltanto uno spezzone della nazione Mascoutens.
Nei Rapporti dei gesuiti francesi dell’anno 1640 troviamo parecchie notizie interessanti sugli indiani della valle dell’Ohio. Quando questi missionari raggiunsero la prima rapida del fiume San Lorenzo, che loro chiamavano “Sault Saint Louis”, ebbero modo di trovare anche un altro fiume, “il fiume delle praterie”; risalendo questo fiume trovarono una tribù chiamata “Ouaouechkairini”, che i missionari conobbero come “piccola nazione” degli Algonquins. < > e, adiacenti ad essi “i selvaggi Kotakoutouemi”. A “sud dell’isola vi sono i Kinounchepirini, i Matouchkarine, gli Outchatarounounga, i Saghiganirini, i Saginitaouigama e poi gli Huron che sono all’ingresso del mare dalle acque dolci”. L’identificazione di questi indiani è piuttosto complessa ma, per quanto riguarda la “piccola nazione” è probabile identificarli con il gruppo stanziato sull’isola, mentre gli Iroquets venivano allora chiamati “Ountchatarounounga”.
Gli indiani Ouaouechkairini erano sicuramente la “piccola nazione”, ovvero i veri Algonkin, così chiamati a causa della loro bassa statura; erano stanziati nella contee Ottawa e Prescott (Quebec ed Ontario). Gli indiani Kotakoutouemi sono probabilmente da identificare con gli Outaoukotwemiwek ricordati in un Rapporto del 1650, “la cui lingua era un miscuglio dei dialetti degli Algonquin e dei Montagnais”. Il Ferland affermava che queste due popolazioni parlavano tranquillamente fra di loro senza essere capiti dai francesi, anche da quelli che conoscevano le loro lingue. Gli indiani Matouchkarine, conosciuti nel 1672 come Mataouchkarini, vivevano in epoche più tarde presso la Hudson Bay, dove avrebbero cercato rifugio per sfuggire ai loro nemici, probabilmente gli Irochesi; comunque, in precedenza avevano occupato, come indicato dal loro nome, le zone del fiume Madwaska dell’Ontario. Gli indiani Saghiganirini, o Sagahiganirini, occupavano alcune terre dell’Ontario in vicinanza del lago Rideau, uno dei tanti della zona, in particolare dove il fiume Tay vi si butta; in questa zona sono stati trovati vari resti archeologici risalenti a prima dell’arrivo dei bianchi.
I Kinounchepirini, o Kinounchepirine, vivevano probabilmente nella attuale contea Renfrew dell’Ontario, dove nelle valli degli affluenti dell’Ottawa sono stati trovati resti di antichi villaggi indiani. Nelle zone del lago Nipissing vi erano gli indiani Nipisiriniens, i quali a nord avevano i Timiscimi, gli Outimagami, gli Ouachegami, i Mitchitamou, gli Outurbi e i Kiristinon, tutti indiani “che vivono sulle sponde del mare del Nord, dove la tribù Nipisiriniens andava per commerciare”. Questi Algonquins si estendevano dal lago Temiscaming fino alla Hudson Bay occidentale, fra loro i più numerosi ed importanti erano i Kiristinon, o Cristinaux, da cui derivava un nome abbreviato come “Cri Cri”, i Cree. Il Druillettes e il Dablon stabilirono una missione nelle loro terre nel 1661 e, sei anni dopo, furono visitati da padre Allouez; il Brinton diceva che questi indiani “conservavano la loro lingua in tutta la sua purezza”. I Timiscimi derivavano invece il loro nome dal lago Temiscaming – da “temis gami”, significante “lago profondo” – dove essi vivevano. Altre popolazioni vivevano nelle “acque del fresco mare”, cioè un grande lago che “diventava più stretto a ovest o a nord-ovest dando vita ad un lago più piccolo, che poi si ingrandiva per diventare un altro lago”; qui vivevano altre popolazioni che “confinano con questi grandi laghi o mari del nord”.
All’ingresso del primo vi erano gli Huron, ma “Navigando più lontano nel lago si trova, a nord, gli Ouasouarini, e ancora più lontano, alla foce del fiume che proviene dal lago di Nipisin, vi sono gli Atchiligouan; al di là, sulle stesse sponde di questa dolce acqua di mare, vi sono gli Amikouai, o la Nazione del castoro”. A sud di questi indiani vi erano gli Outaouan, che “venivano dalla nazione dei capelli sollevati” (probabilmente gli Ottawa); “dopo gli Amikouai, sulle stesse rive del grande lago, vi sono gli Oumisagai e oltre i Baouichtigouian, vale a dire la nazione dei Sault”; al di là delle rapide “troviamo un piccolo lago sulle cui sponde, a nord, vi sono i Roquai; a nord di questi le Mantoue, le persone che navigano molto poco e vivono sui frutti della terra”. Nelle terre del secondo lago < >. Nelle vicinanze di questa nazione vi sono “i Naduesiu, gli Assinipour, gli Eriniouai, i Raseouakoueton e i Poutouatami”, questi “sono i nomi di una parte delle nazioni che sono al di là delle rive del grande fiume San Lorenzo”.
Il Rapporto passava poi a menzionare le terre a sud dei Grandi Laghi, e lo scrivano diceva che, “Sieur Nicolet, interprete delle lingue Huron e Algonquin, mi ha dato i nomi di queste nazioni che egli stesso ha visitato. Tutte queste genti parlano l’Algonquin fatta eccezione per gli Huron, che hanno una loro lingua, come hanno anche gli Ouinipigou o gente di mare”. Il Rapporto parlava di popolazioni molto numerose, di cui molte anche sulla riva meridionale del fiume San Lorenzo. < < Dalla sua foce fino a Sault St. Louis si trovano i selvaggi di Cape Breton. I Souricois sono più lontani e si raggiungono dopo un viaggio di navigazione; nel territorio vi sono anche i Miscou e i Gasps, e sulle rive del Mare Acadian, e sul grande fiume, gli Etechemines, i Pentagouetch, gli Abnaquiois, i Nahiganiouetch e alcune altre nazioni tutte molto piccole >>. I Gasps erano i Gaspé dell’omonima baia; i Souricois erano i Micmac; i Pentagouetch erano i Penobscot e gli Etechemines i Tarratines; gli Abnaquios erano invece gli Abenaki. Gli indiani Nahiganiouetch erano invece i Mahican, che occupavano le terre tra il Connecticut e il fiume Hudson.

< >. L’identificazione di queste genti è chiaramente difficoltosa, fra queste vi erano i Kontareahronon appartenenti agli Huron come pure gli Ouendat; gli Aoindironon erano i gruppi Neutrals che vivevano nelle vicinanze delle terre degli Huron e che vennero distrutti dai Seneca nell’anno 1648. Gli indiani Ongamarahronon, il cui nome vero era probabilmente “Onguisarahronon”, erano il gruppo Neutrals stanziato presso le cascate del Niagara; mentre gli Oneronon erano probabilmente i Wenrohronons, una parte dei quali si rifugiarono presso gli Huron nel 1639. Gli indiani Attiouendaronk erano indiscutibilmente i Neutrals che, nella mappa del Sanson, risalente al 1656, avevano due sedi, una a ovest di Niagara e le altre a sud del lago Erie e a ovest delle Allegheny Mountains. I Totontarantonhronon, che nel Rapporto appaiono come “Totntaratonhronon”, potrebbero essere, secondo il Lavaridier, gli indiani Atontrataronnons, una tribù algonchina che sarebbe sfuggita agli Irochesi e rifugiatasi presso gli Huron, nelle loro terre padre Menard vi avrebbe stabilito, nel 1644, la missione di St. Elizabeth. Questo lungo elenco di popolazioni sembra suggerire la possibilità che una parte di queste tribù, o bande, si siano spostate verso sud per sfuggire agli Irochesi. Molte di queste popolazioni elencate erano note ai francesi soltanto attraverso i viaggi commerciali degli indiani stessi, in particolare Huron, ma anche da commercianti bianchi, di cui la maggior parte erano ignoranti e neppure sapevano scrivere, per cui riferivano i loro nomi soltanto foneticamente. Allo stesso tempo, come sembra risultare dal testo, questi nomi sono stati spesso trasmessi attraverso altre tribù, in particolare gli Huron, quindi risulta difficile la loro identificazione.

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