Buffalo Horn e la guerra dei Bannock

A cura di Paolo Brizzi

Buffalo Horn
L’arrivo in massa dei coloni e cercatori bianchi dopo la scoperta dell’oro, negli anni ’60 dell’800 segnò l’inizio della fine della libertà per gli Shoshoni e i Bannock dell’Idaho. Buffalo Horn, della cui infanzia non abbiamo notizie, era molto giovane quando venne firmato il trattato del 1868 e Taghee, capo dei Bannock, scelse la riserva di Fort Hall come propria residenza. I Bannock decisero quindi di conservare il diritto a recarsi a Camas Prairie, nell’Idaho centro-meridionale, dove raccoglievano i bulbi della camassia, importante componente della loro alimentazione. Un errore dello scrivente indicò sul trattato “Kansas Prairie” invece di Camas Prairie, aprendo la via alla sua successiva invasione da parte di coloni e allevatori bianchi, una della cause della guerra Bannock del 1878.
I Bannock erano in origine Paiute Settentrionali dell’Oregon orientale, e si erano stanziati più a Est per seguire un ciclo annuale che prevedeva attività di pesca e raccolta, ma anche di caccia al bisonte, insieme ai loro alleati Shoshoni a cavallo.
Buffalo Horn, guerriero inquieto e ambizioso, si stancò presto della vita nella riserva, preferendo di gran lunga il vecchio stile di vita nomade. La scarsità delle provviste distribuite agli indiani accrebbe la propria insoddisfazione. Buffalo Horn si era ben distinto durante la grande guerra Sioux del ’76-’77, quando aveva servito come scout prima per il Generale Crook (eseguendo la pericolosa missione di portare un messaggio al generale Miles sullo Yellowstone, insieme ad uno scout Crow e al famoso William F. Cody) e poi per Miles. Il 1877 lo vide servire per il Generale Howard impegnato nella caccia ai Nez Perces in fuga verso il Canada, nel ruolo di leader degli scouts.


Silver creek, 23 giugno 1878, a sinistra la linea difensiva indiana, al centro dove attaccò Bernard, a destra dove si ritirò e passò la notte. Visione verso nord.


Birch creek, 8 luglio 1878, visione verso sud, dove si trova la formazione lavica occupata dagli indiani (freccia al centro). A sinistra la posizione iniziale indiana, a destra il punto di inizio della battaglia.


Birch creek, guardando verso nord, dalla posizione indiana. La freccia indica la posizione delle truppe di Bernard che attaccano.

In quell’occasione, dopo la battaglia del Big Hole, partecipò al tentativo degli scouts Bannock di disseppellire i corpi di alcuni Nez Perces, per prender loro lo scalpo, cosa che fece arrabbiare molto il Generale; più avanti chiese il permesso di tenere una danza di guerra con gli scouts, dopo la quale cercò però di uccidere alcuni Nez Perces amici, che riteneva colpevoli di informare Capo Giuseppe, un tentativo anch’esso fermato da Howard. Il risentimento di Buffalo Horn si accrebbe ancor più quando i Nez Perces attaccarono il campo dei soldati e portarono via 250 cavalli, tra cui quelli dei Bannock e Howard rifiutò di inseguire il nemico.
Tornato alla riserva il giovane capo trovò che la situazione era ancor più peggiorata, viste le provviste sempre più scarse e l’apparente predilezione dell’agente verso i loro vicini Shoshoni.
La sua posizione gerarchica si era accresciuta e molti giovani cominciavano a seguire la sua leadership.


Guerrieri Paiute

Verso la fine del 1877 una serie di gravi avvenimenti aprirono la strada alla rivolta. Un guerriero ferì due carrettieri bianchi che passavano dall’agenzia. Un altro indiano, Tambiago, più tardi, uccise un uomo bianco che stava consegnando bestiame alla riserva. Entrambi i Bannock furono arrestati e l’esercito intervenne; i militari confiscarono 32 armi da fuoco e più di 300 cavalli degli indiani. Infine i cavalli furono restituiti ma questi fatti accrebbero ancor più lo scontento tra i Bannock. Nella primavera 1878 i Bannock erano così affamati che l’agente dette loro il permesso di cacciare fuori dalla riserva; 200 Bannock agli inizi di maggio erano a Payne’s Ferry sullo Snake e Buffalo Horn si reco a Boise per parlare col Governatore del Territorio, Brayman. Questi donò al capo munizioni per cacciare e un pass per visitare la riserva Umatilla. Rapporti circolavano nella regione che emissari Bannock stavano visitando le riserve vicine con lo scopo di sollevare inquietudine e sobillare insoddisfazione nell’ottica di preparare una rivolta generale che avrebbe cacciato i bianchi dai tradizionali territori degli indiani. Non c’è dubbio che dietro tali azioni ci fosse Buffalo Horn.
Il capo, reduce da Boise city, tornò a Camas Prairie, che trovò invasa da 2500 capi di bestiame, di proprietà di William Silvey e dei suoi partners, George Nesby e Lou Kensler. Adirato, ordinò ai mandriani di andarsene, rimanendo nei paraggi con la propria gente. La mattina del 30 Maggio 1878 due indiani Bannock, Joe e Charley ( Weegant ), dopo aver mangiato al campo dei mandriani, estrassero le armi; Nesby fu colpito alla mascella e cercò di raggiungere la propria tenda mentre Kensler accorse. Questi riusci a prendere le armi e a rispondere al fuoco, mettendo in fuga i Bannock e ferendone uno. Poi i tre cowboys, riunitisi, riuscirono a fuggire.


Robbins (seduto al centro) e i suoi scouts.

Già due giorni prima, il 28, il Governatore Brayman aveva chiesto al Gen. Howard l’invio dei soldati a Camas Prairie; il Cap. Bernard, barbuto veterano delle guerre indiane, ricevette l’ordine di condurre 60 cavalleggeri. Il giorno dopo partirono anche due compagnie di fanteria. Buffalo Horn tenne un concilio presso il campo di Silvey, dicendo che la guerra era ormai inevitabile perchè essi sarebbero stati ritenuti colpevoli dell’accaduto. Molti Shoshoni però preferirono tornare alla riserva e Buffalo Horn rimase con circa 150 Bannock. La prossima mossa del capo fu di trovare James Dempsey, un mountain man sposato a un’indiana, che Buffalo Horn costrinse a scrivere una lettera a Brayman, nella quale si chiedeva al Governatore di raggiungere Camas Prairie per conferire con lui. Brayman rifiutò ( saggiamente )la proposta e, più tardi, Dempsey fu trovato assassinato. Il Gen. Howard avvisò i suoi superiori, informandoli dei problemi coi Bannock e che Bernard si stava recando verso gli indiani; questi stavano procedendo verso ovest, diretti in Oregon, dove potevano ricevere il sostegno dei Paiute, mentre il Col. Orlando Robbins della milizia dell’Idaho, marciava con 35 uomini per unirsi a Bernard. Gli indiani attaccarono la stazione delle diligenze a King Hill , incendiandola, e guadarono lo Snake a Glenn’s Ferry. I soldati trovarono dappertutto i segni lasciati dagli indiani, tra cui tre carri bruciati e tre carrettieri uccisi e mutilati.
Quitatumps e White Owl, indiani Umatilla
Altri due coloni furono uccisi, le loro abitazioni incendiate. In Oregon i Paiute di Egan, affamati e insoddisfatti dalla vita nell’agenzia Malheur, si recarono a Juniper mountain, un antico luogo d’incontro tra Paiute e Bannock, per attendere i guerrieri di Buffalo Horn. Il Cap. Bernard, raggiunta la valle Bruneau, inviò Robbins e i suoi a localizzare Buffalo Horn. L’8 Giugno gli scouts riferirono che i Bannock erano sul Battle Creek e Bernard decise di spingere al massimo i suoi per dare battaglia. Nel frattempo a Silver city, circa 50 miglia a nord – ovest, un gruppo di volontari, al comando del “Cap.” J.B. Harper, decise di dirigersi a sud per affrontare gli indiani.
Furono proprio i 26 volontari di Silver City ad affrontare i Bannock nel primo scontro della guerra. Buffalo Horn era informato del loro arrivo ed attese i bianchi coi suoi 60 guerrieri. A mezzogiorno dell’ 8 giugno i volontari discesero il pendio sud di South Mountain, circa 20 miglia a sud-ovest di Silver City, quando i Bannock aprirono il fuoco, caricando. Il rombo dei fucili e le grida degli indiani crearono panico tra i volontari, inferiori di numero, che tentarono la fuga, ma Charles Steuder, un immigrante svizzero, e Oliver Purdy, tesoriere della contea, caddero mortalmente feriti. Lo scout Paiute Joe salvò la vita ai volontari, perchè, mirando col proprio fucile appoggiato sulla groppa del proprio cavallo, sparò proprio a Buffalo Horn, ferendolo. Gli indiani, seppur vincenti, si ritirarono portando il capo con loro. Inizialmente la ferita non sembrava grave, ma dopo tre giorni di sofferenza durante il percorso verso l’Oregon, Buffalo Horn chiese di essere abbandonato per morire; Buffalo Horn non sarebbe stato presente nel condurre la propria gente a combattere la guerra che lui aveva cominciato.
Reuben Bernard, straordinario combattente
Dopo la morte del capo alcuni guerrieri rinunciarono e tornarono a Fort Hall, ma il grosso proseguì per incontrare i Paiute a Juniper Lake. Il 10 Bernard arrivò a Silver City, con due giorni di ritardo sugli indiani, e seppe del combattimento a South Mountain. Presto si diresse a ovest, verso l’Oregon. Qui i Bannock si erano riuniti agli alleati Paiute vicino Steen’s Mountain. I capi Winnemucca e Egan parlarono contro la guerra, ma Oyte, un guerriero importante, si schierò apertamente per combattere e, infine, Egan acconsentì con riluttanza a comandare i propri eccitati guerrieri. Il Gen. Howard, incontratosi col Cap. Bernard a Sheep ranch, arruolò l’aiuto di Sarah, figlia del capo Winnemucca, con lo scopo di sapere quanto i Paiute erano coinvolti nella causa della guerra. La ragazza riuscì a penetrare nel villaggio e durante la notte 75 Paiute, compreso suo padre, lasciarono l’accampamento furtivamente.
Il Generale decise di prendere gli indiani attaccandoli con tre contingenti. Il Magg. Stewart prese il comando di due compagnie d’artiglieria e cinque del 21° Fanteria, costituendo la colonna di destra. Bernard comandava la colonna sinistra, con 4 compagnie del 1° Cavalleria, e il Col. Grover quella di centro, con 3 compagnie di Cavalleria e una di Fanteria. I militari trovarono però il villaggio ormai abbandonato; Robbins prese i suoi scouts e segui’ la pista. All’alba del 23 giugno, Robbins trovò il villaggio, a circa 45 miglia a ovest di Fort Harney, Oregon, quindi tornò indietro ad avvisare Bernard. I due decisero di attaccare subito, poichè Howard era ancora troppo indietro.
Furono gli uomini di Robbins a caricare per primi, entrando nel villaggio. Gli indiani furono inizialmente sorpresi e spararono in aria. Alcuni fuggirono a valle del fiume, il Silver river, incontrando così la Cavalleria, che attaccava da quella posizione. Egan si ritrovò a caricare proprio ” Rube ” Robbins, in un duello ” cavalleresco “. Il capo fu ferito ad un polso e cadde da cavallo; Robbins, avvicinatosi, gli sparò di nuovo colpendolo alla parte destra del petto, mentre le pallottole di Egan perforavano le vesti del bianco, che rimase illuso. Egan fu recuperato da due guerrieri e portato via. Poi la resistenza indiana si rafforzò sulle alture vicine al campo e Bernard decise di ritirarsi, con tre morti e due feriti. Gli ostili si allontanarono verso nord, sconfitti, lasciando infine il campo al nemico. I prigionieri dissero a Bernard che gli ostili erano diretti verso la valle del John Day e Robbins si mise subito ad inseguirli. Oltre il North Fork del John Day Robbins arrivò ad un ranch attaccato ed incendiato, dove trovò molte pecore uccise. Quindi sentì degli spari in lontananza; un uomo bianco era gravemente ferito e morì poco dopo.


Buffalo Horn ed i suoi Bannock

A Canyon City, Oregon, un gruppo di volontari al comando del Ten. James Clark uscì per affrontare gli indiani che trovarono a circa 18 miglia dalla città, il 29 giugno. Ci fu un rapido scontro a fuoco che costò loro un morto e due feriti, mentre i cittadini di Canyon City si rifugiavano nelle miniere, terrorizzati ed accoglievano poi con gran sollievo l’arrivo dei soldati di Bernard. Howard raggiunse Bernard a Canyon City il 5 luglio, dove la forza militare aumentò per l’arrivo di altri soldati da Fort Walla Walla. Altri accadimenti si ebbero per l’azione compiuta da un gruppo di volontari di Pendleton: questi, incontrato un indiano a cavallo a Willow Springs ( vicino l’odierna Albee ) , aprirono il fuoco, colpendolo, mentre altri indiani rispondevano dai boschi vicini. Trovatisi in inferiorità numerica, i volontari si ritirarono. Il 6 Luglio, due giorni dopo, gli ostili attaccarono un campo di volontari nella stessa località; i volontari, al comando dello sceriffo di Umatilla county, John Sperry, si asserragliarono dietro un recinto per pecore e resistettero per sei ore, riuscendo poi ad allontanarsi con l’oscurità. Questo evento prese il nome di battaglia di Willow Springs. I volontari ebbero due morti e alcuni feriti. La notte del 7 luglio due scouts trovarono i Paiute – Bannock accampati sulle colline del Birch creek. Il Generale Howard si recò di persona a vedere. La mattina successiva Bernard attaccò il campo, e gli indiani si ritirarono più in alto, verso una formazione di lava. Seguì un secondo e poi un terzo assalto, che costrinse gli indiani a ritirarsi, lasciando 200 cavalli nelle mani degli indiani. La battaglia del Birch creek fu breve ma decisiva: Bernard perse solo un uomo, mentre sconosciute furono le perdite degli indiani sconfitti.
Un guerriero Bannock
Dopo la battaglia Howard si recò a Weston per incontrare i Governatori dell’Oregon e di Washington, poi andò a Walla Walla. Il 10 gli indiani saccheggiarono la Cayuse stage station, mentre un impiegato e un uomo ammalata guardavano nascosti nei cespugli. Il giorno successivo Cornoyer, agente della riserva Umatilla, si reco’ sul posto ad investigare e trovò la stazione ancora fumante. In quel momento uno scout Umatilla lo avvertì che gli ostili erano a sole due miglia di distanza; Cornoyer e la sua piccola forza occuparono una collina localizzata tra l’agenzia e la banda Paiute – Bannock. Cornoyer mandò a chiamare il Cap. Evan Miles, che si trovava a 18 miglia di distanza e il giorno 12 quest’ultimo arrivò da Cornoyer con 125 soldati. Il giorno precedente gli indiani avevano assalito tre cavalieri bianchi diretta dall’agenzia a Pendleton. Due furono feriti e uno, catturato, fu ricoperto d’erba e bruciato. Il mattino dopo, mentre gli ostili si avvicinavano ai terreni dell’agenzia, il Cap. Miles aveva fatto schierare i propri uomini a protezione e al momento giusto aprirono il fuoco. Colti di sorpresa gli ostili si fermarono ed iniziò una battaglia a distanza che durò tutto il giorno. Su una collina vicina 40 guerrieri Umatilla osservavano incerti su quale parte appoggiare finchè, a sera, Miles ordinò una carica e i Paiute – Bannock fuggirono.
I 40 Umatilla, che avevano ormai scelto di combattere gli ostili, raggiunsero il campo di questi ultimi, fingendo amicizia ma, quando Egan e sei altri uscirono dal campo, furono uccisi. Gli Umatilla tornarono al campo dei soldati mostrando orgogliosamente gli scalpi dei Paiute uccisi. Miles, non convinto, inviò un chirurgo a cercare il corpo di Egan, che fu decapitato e la sua testa portata all’ufficiale come prova definitiva della sua morte.
Il sito del campo di Egan corrisponde alla sede dell’odierna Meachum,Oregon. Dopo la morte di Egan molti ostili persero fiducia e alcuni se ne andarono.
Appena arrivato, il Ten. Col. James Forsyth assunse il comando del 1° Cavalleria e Bernard ebbe il comando della compagnia G. Forsyth pattugliò il North fork del John Day e il 20 Luglio dopo aver scorto un gruppo di guerrieri ostili in cima ad una collina, li attaccò, ma quando i soldati arrivarono in cima, gli indiani se ne erano andati. Alla fine di Luglio gli ostili cominciarono a dividersi e l’esercitò iniziò la fase dei rastrellamenti. Oyte, subentrato a Egan, si arrese a metà Agosto, mentre i rimanenti Bannock cercarono di raggiungere il Canada. Pertanto il Col. Nelson Miles mobilitò i propri uomini e il 29 Agosto giunse all’agenzia Crow.


I soldati ed i Paiute attaccano i Bannock

Miles divise le sue forze e ne inviò una a risalire il Rosebud, mentre l’altra raggiungeva il Clark’s fork dello Yellowstone. Qui il 4 Settembre Miles trovò un campo Bannock e lo attaccò, uccidendo 11 ostili e facendo 32 prigionieri. Altri bannock furono intercettati sul Wind river, Wyoming, mentre gli ultimi ancora al largo furono sconfitti a sud – ovest del lago Yellowstone. Il S.Ten. Bishop, al comando di 30 soldati e 150 Shoshoni ne trovò il campo la mattina del 12 Settembre e lo attaccò, uccidendo un guerriero e ferendo 5 non combattenti. Era l’ultima battaglia della guerra Bannock. Le rimanenti truppe sul campo rastrellarono poi gli ultimi sbandati. Per il Gen. Howard era stata un successo, soprattutto se confrontata con la guerra Nez Perce dell’anno precedente: i soldati avevano perso 9 uomini, gli indiani 78, ci furono 31 civili uccisi e un costo complessivo superiore ai 550.000 dollari.

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