Il vero West

È lui che ha lanciato la moda di far scorrere la mano sinistra sul cane dell’arma per accelerare la rotazione del tamburo, Questo sistema, adottato anche dai suoi fratelli Virgil, Morgan e Jim e dal fedele dentista-pistolero Doc Holliday, darà i suoi buoni frutti il 26 ottobre 1881 nella sparatoria dell’O.K. Corral che segnò la fine dei peggiori fuorilegge di Tombstone.
Wyatt Earp
Il loro successo con la pistola è tale che Wyatt e Doc decidono di approfittarne mettendo su a Tombstone una redditizia impresa di pompe funebri.
Wild Bill Hickok, giudicato tuttora la «pistola numero 1» di tutti i tempi, è un poco diverso dai suoi colleghi. E’ vero che fu addestrato da Jules Table, detto «Il francese», un emerito assassino che usava farsi versare whisky nelle orecchie appena mozzate delle sue vittime, è anche vero che non uccise sempre i suoi avversari secondo il «codice d’onore» del West, tuttavia riesce a mantenersi sempre dalla parte giusta, o almeno da quella che riteneva tale. Giocatore, pistolero, cacciatore di bisonti, postino del Pony Express, Wild Bill, «Bill il selvaggio», compare nel 1869 ad Abilene per assumere la carica di sceriffo e incassare il considerevole stipendio di cinquemila dollari. Porta baffi spioventi e capelli lunghi e ondulati di cui è molto fiero.
Tre cow-boys che osarono sorridere della sua «chioma da signorina», non hanno avuto neppure il tempo di pentirsene. Bill è uno sparatore d’eccezione. Porta le Colt sulla pancia e usa estrarle incrociando le braccia. Un modo singolare ma evidentemente efficace se si considerano le quaranta e più tacche segnate sui calci di madreperla delle pistole. Abilene, dominata dalla feroce banda dei fratelli Logan, è pacificata così rapidamente che il fatto non manca di preoccupare i maggiorenti della città. Con un pistolero così bravo in circolazione non si rischia forse di richiamare ad Abilene altri pistoleros desiderosi di dimostrarsi più bravi di lui? Wild Bill è liquidato. Egli lascia l’ingrata Abilene per svolgere in altre contrade ora l’àttività di sceriffo, ora quella del giocatore. Alcuni anni dopo, il 2 agosto 1876, mentre è seduto in un saloon di Deadwood per un poker, uno sconosciuto gli scivola alle spalle e gli spara alla nuca. L’assassino si chiama Jack McCall e, come altri americani di ieri e di oggi, ha scelto questo modo per uscire dall’anonimato. Nello spasimo della morte, le mani di Wild Bill hanno gli indici ripiegati come se premessero il grilletto. Sparse accanto a lui ci sono le carte della sua ultima partita: due assi e due otto. I cow-boys la chiameranno da quel momento «la mano del morto».
Wild Bill Hickok
A Deadwood dove finisce i suoi giorni, Wild Bill lascia una donna in lacrime. Il suo vero nome è Martha Jane Canarray, ma tutti la conoscono come Calamity Jane. Cavalca e spara come un uomo, ha fatto di volta in volta il bandito, la cacciatrice di bisonti, la scout e il soldato nell’armata del generale Crook. Ama vestirsi da uomo, beve whisky come un madriano ed è l’unica donna a cui nessuno osa impedire l’ingresso nei saloons. La chiamano Calamity, ossia «calamità» per la maniera spiccia con cui suole sbarazzarsi dei mariti e degli avversari. Più tardi, quell’abile uomo d’affari che fu Buffalo Bill, la convincerà a esibirsi nel circo da lui organizzato per mostrare al mondo civile i campioni del selvaggio West (di questo circo, che venne in Italia nel 1906, faceva parte anche Toro Seduto che, una sera, fu arrestato alla Spezia per ubriachezza molesta).
Calamity non resterà a lungo lontana dal West, e vi ritornerà per morirvi, a 52 anni, corrosa dall’alcool. Calamity Jane non è l’unica donna famosa della frontiera. Belle Star, donna-bandito, amica di Jesse e amante di Cole Younger, arricchisce la storia locale con memorabili episodi. Di solito usa rapinare le bische dove i suoi numerosi mariti perdono al gioco il gruzzolo di famiglia. Kate Naso Grosso, ballerina e avventuriera, a Port Griffin si innamora di Doc Holliday, il dentista che ha dovuto cambiare mestiere perché i clienti non sopportavano la sua tossetta da tubercolotico. Quando Doc, che ha ucciso un compagno di gioco, rischia di essere linciato, Kate è pronta a spalleggiarlo. Prima appicca fuoco al saloon per distrarre l’attenzione della folla poi immobilizza e disarma una decina di cow-boys e quindi lascia a cavallo Port Griffin con il suo amato.
Calamity Jane
Mattle Silk, formidabile giocatrice, porta due grandi tasche nella gonna: una per metterci le monete d’oro che vince ai dadi, l’altra per la «Colt da frontiera» con l’impugnatura tempestata di perle. Per motivi di gelosia, Mattle un giorno sfida a duello la rivale Kate Fulton. Si battono sulla riva del fiume Platte, di fronte a un, centinaio di cow-boys. Le due donne sparano simultaneamente, ma non si feriscono. Il proiettile sparato da Mattle va però a centrare certo Cort Thompson, il cow-boy per cui è sorta la lite. Poi c’è Alice Poker, vedova di un ingegnere minerario, diventata giocatrice per necessità. Chi bara con lei rischia sempre la pelle. C’è, infine, la bella Etta Place, creatura affascinante, figlia naturale di un Lord, che ha abbandonato la carriera dell’insegnante per seguire Harry Longbaugh, detto «Sundance Kid» e l’amico fraterno di lui, «Butch Cassidy» soprannome di Robert Le Roy Parker uno dei più grandi fuorilegge d’America. Etta cavalca come un Sioux e maneggia la Colt come un pistolero di razza. Verso la fine del secolo, quando la «civilisation» rende il West inospitale per i fuorilegge, lei segue i suoi due uomini. in Sudamerica dove tenteranno inutilmente di ricreare l’ambiente della vecchia frontiera. L’epoca d’oro dei pistoleros è il trentennio fra il 1870 e il 1890, quando la ferrovia comincia a trasportare negli immensi territori del West una folla di gente dalle origini più diverse ma animata dallo stesso desiderio: quello di fare fortuna. È un mondo difficilmente descrivibile quello che sta sorgendo.
«La nuova linea ferroviaria transcontinentale americana è indubbiamente un’opera colossale», scrive nel 1871 l’inviato del londinese Globe, Cyril Powell. «Può portarci (salvo incidenti) da New York a San Francisco in otto giorni. Tuttavia ogni gentleman inglese che sia degno di questa definizione non potrebbe usufruire di questo rapida servizio senza mettere a repentaglio il proprio decoro e la propria onorabilità di cittadino britannico. Sui vagoni addobbati can tendaggi e ottani di pessimo gusto, pullula tutta la feccia delle città di frontiera: ladri, biscazzieri, prostitute, trafficanti di ogni risma e persino autentici banditi.
La Union Pacific Railroad
Durante il mio viaggio è anche accaduto che un ladro sorpreso in flagrante – non inorridite o londinesi! – è stato percosso a sangue e impiccato seduta stante nel vagone-ristorante. Il suo cadavere ha oscillato come un pendolo fino al nostro arrivo a Fort Hallek».
Da parte sua, il predicatore americano Samuel Bowle aggiunge: «l villaggi che sorgono frettolosamente lungo la nuova ferrovia per poi sparire col procedere dei lavori, sono una specie di Gomorra. Vi si fa turpe mercato di tutto. l giocatori, i “pistoleros” e le donne perdute imperano con tutta la loro nefasta influenza. Nell’inferno sono stati reclutati quegli esseri di perdizione e nell’inferno ritorneranno alla resa dei conti». È in questo ambiente violento e disperato che nascono e muoiono i grandi maestri della pistola che, molti anni più tardi, rivivranno in centinaia di film. Sono uomini primitivi, ma dotati di un certo fascino, che uccidono spesso senza odio e sempre per sopravvivere. Chi spara meglio ha vita più lunga. Rievocando le gesta di alcuni di questi fuoriclasse sorge subito una domanda: da quali misteriosi indizi il tiratore capiva che l’avversario stava per sparare? Gli appassionati di questa materia hanno fornito spesso spiegazioni più o meno credibili.
Wild Bill Hickok sosteneva che a metterlo in allarme era una strana luce che appariva nello sguardo dell’uomo che aveva di fronte. Quel lampo gli permetteva di battere l’avversario in velocità. Bil1y the Kid, che morì a ventun anni dopo avere ucciso ventun uomini, intuiva «l’attimo di fuoco» da una contrazione dell’alluce destro del rivale, contrazione che sollevava la punta dello stivale. Johnny Ringo, uccisore di uno dei fratelli Earp, affermava che il sintomo migliore era un certo movimento delle sopracciglia, mentre Doc Holliday, da buon odontoiatra, si affidava a una contrazione della mascella che il suo occhio esperto non si lasciava sfuggire. Le teorie di quell’attimo mortale sono dunque diverse e contrastanti come quelle sul modo migliore di estrarre la pistola. Probabilmente sono anche del tutto gratuite. In quei frangenti, in quei pochi attimi in cui due uomini si affrontavano con le mani vibranti a pochi centimetri dai calci delle Colt, ciò che prevaleva su tutto era l’istinto animale. Un istinto di cui tutti quegli uomini erano abbondantemente provvisti.

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