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Un bambino di nome Lento

A cura di Ferruccio Gianola

Il piccolo Toro Seduto
Le informazioni intorno alla data e al luogo di nascita di Toro Seduto sono piuttosto incerte. Lui stesso affermava di essere nato sul Missouri, ma soltanto perché qualcuno della sua banda glielo aveva detto. Insomma sui dati precisi rimangono dubbi.
In teoria gli anni che vanno dal 1831 al 1837 possono essere tutti collegati alla sua nascita, come possono essere buoni tutti i luoghi affacciati sulle sponde meridionali del Grand River, oppure molto più a sudest, sul Willow Creek. Gli studiosi e gli storici, tuttavia, tendono ad affibbiare a Many Caches e al 1831, il luogo e la data più probabile.
Ora, secondo questi resoconti storici, doveva essere il mese di marzo quando il leggendario guerriero venne al mondo.
Suo padre era il capo di un tiyospaye Hunkpapa, si chiamava Toro Seduto e con il consiglio di sua moglie La-Sua-Porta-Sacra, decisero di chiamare il neonato Tasso Balzante: nome che sarebbe stato sostituito più avanti da un altro più adatto, quando il bambino avrebbe mostrato che tipo d’uomo era.
Quando nacque Tasso Balzante, in famiglia c’era già una sorella di sei anni, Buona Piuma, e qualche anno dopo, nel tepee, si aggiunse anche una sorellina chiamata Donna Gemella. Tasso Balzante aveva anche un fratellastro di nome Cane Sciocco nato da un precedente matrimonio che viveva con il popolo della madre, gli Arikara.
Nessuno della famiglia allargata e della banda in cui viveva, però, sin da subito, lo chiamò Tasso Balzante. Il comportamento tenace e pacato del bambino, manifestato già nella culla, gli guadagnò presto il soprannome di Hunkesni, ovvero Lento.
Toro Seduto e la sua famiglia
Come tutti i bambini Lakota, anche Lento era adorato dai suoi genitori e la sua vita doveva essere estremamente piacevole. I piccoli rappresentavano il futuro della Nazione ed erano circondati dall’affetto e dalla benevolenza di entrambi i genitori, prodighi in insegnamenti gentili, ma continui, senza mai essere oggetto di punizioni fisiche.
Fu sua madre, come consuetudine, a occuparsi di lui nei primi anni di vita. Poi, quando fu liberato dalla culla rigida, l’educazione passò a suo padre e ai suoi zii.
Ora, il padre di Lento, oltre a essere un capo, era un uomo ricco, possedeva molti cavalli e pure due dei suoi quattro zii: Quattro Corna e Cercatelo In Una Tenda erano ricchi e capi banda. Il primo, d’altronde, sarà ricordato come uno degli uomini più venerati degli Hunkpapa.
Quattro Corna, in effetti, ebbe un ruolo altisonante nella crescita di Lento: guerriero valoroso ed esperto della cultura Lakota si adoperò affinché il nipote apprendesse tutte quelle virtù tipiche del suo popolo, e il bambino non lo deluse.
Come d’altronde il ragazzino non deluse gli altri maestri. Con loro e con la loro pazienza spesa in ore e ore di insegnamento Lento imparò a manovrare con destrezza un cavallo lanciato al galoppo e apprese come mirare e tirare con l’arco. Ma soprattutto ricevette le quattro virtù cardinali che ogni bambino Lakota doveva conoscere. 
C’era il coraggio da sviluppare: un guerriero doveva sapere che, affrontare senza paura di perdere la vita una battaglia, gli avrebbe fatto guadagnare l’ammirazione del suo popolo. 
Poi c’era la forza d’animo con le due facce della medaglia: se da un lato significava la capacità di sopportare il dolore fisico e disagio, come quello inflitto dalle torture della danza del Sole, dall’altro lato esigeva la capacità di essere dignitosi e riservati, nel non mostrare emozioni fuori dal posto giusto. 


Un ritratto di Toro Seduto

Non bisognava trascurare la generosità, virtù molto importante nella vita dei Lakota, che significava condividere quello che si aveva ottenuto con coloro che non avevano nulla. 
La somma di tutto questo portava alla saggezza: la virtù capace di padroneggiare sulle altre e gradualmente Lento la assimilò, impossessandosi di tutte le altre.
Così a dieci anni conosceva le tradizioni del suo popolo e aveva sviluppato dentro di sé una forte attitudine per la guerra e per la caccia. Non dimenticava, tuttavia, di essere ancora un bambino e si impegnava strenuamente in tutti quei giochi che i Lakota amavano perché incentivavano lo spirito competitivo.
Lento, in particolare, amava il gioco del cerchio. Vinceva spesso e una volta ricevette in premio dieci pelli di bisonte. Ma anche quando le cose andavano male, non se la prendeva, perché sapeva perdere.
A dispetto del suo nome, o forse proprio per questo, Lento si distingueva anche nella corsa a piedi. Con il passare delle stagioni divenne uno tra i più veloci della tribù degli Hunkpapa. Era quasi imbattibile, e tra i suoi amici, soltanto Strisciante, di un anno più vecchio, era in grado di impensierirlo e batterlo ogni tanto.


Ragazzini Lakota a cavallo

Insomma Lento cresceva e piaceva ed era adorato un po’ da tutti, grandi e bambini. Significava che Toro Seduto e La-Sua-Porta-Sacra avevano svolto bene il loro compito educativo.
Fu a quella età, d’altra parte, che accadde un episodio rivelatore sull’abilità di Lento con l’arco e con le frecce, ma soprattutto fu allora che emersero alcuni aspetti del suo carattere che lo avrebbero per sempre contraddistinto dagli altri guerrieri.
La banda era accampata nei pressi del Gran River, dove gli estesi e folti boschi, perlopiù dominati da olmi e querce, attraevano nugoli di uccelli: i bersagli preferiti dai ragazzini delle tribù, assieme ai conigli e agli scoiattoli.
Successe che Centro Del Villaggio, un esperto fabbricante di frecce, organizzò una gara, offrendo dei premi al ragazzo che avesse ucciso l’uccello più bello.
Naturalmente Lento partecipò, ma al limitare della foresta lui e si suoi compagni ebbero la sfortuna di incontrare altri due ragazzi, uno dei quali, molto conosciuto per la sua arroganza, spiegò che aveva tirato una delle sue preziose frecce tra gli alberi sbagliando il bersaglio e lasciando il prezioso dardo bloccato tra i rami.
Chiese l’aiuto a Lento e dei suoi compagni e offrì un’altra delle sue frecce a chi fosse riuscito a recuperarla.


Un bambino Lakota e le sue sorelle

Lento aspettò il suo turno, poi prese la mira e colpì la freccia tra i rami. Il guaio, però, è che la freccia cadendo si ruppe e il proprietario, invece di premiare Lento, pretese di essere risarcito. Successe un po’ di parapiglia, ma la maggior parte dei ragazzi accorse in difesa di Lento pretendendo che il ragazzo mantenesse la parola.
Lento tuttavia mise fine alla contesa regalando la freccia che aveva usato e che aveva causato al contempo tanta tensione nel gruppo.
Ma non si concluse in questo modo la faccenda.
La sera stessa, quando i ragazzi portarono i trofei a Centro Del Villaggio, durante la premiazione accadde che un ragazzo riportò per filo e per segno tutto quello che era accaduto e l’esperto fabbricante, dopo aver ascoltato e ponderato i fatti, dopo aver constatato la generosità di Lento, assegnò a lui il premio, acclamato da tutti i ragazzini presenti.
Insomma Lento manifestava già tutte le virtù tipiche che un giorno lo avrebbero trasformato in un esperto guerriero e in un grande capo di medicina. Non si scompose e si comportò con naturalezza anche quella volta, ma forse, dentro di lui, aspettava con ansia il momento di poter contare il primo colpo e poter mettere sul capo una penna d’aquila.
Ma questa è un’altra storia.


Un piccolo Lakota

Storia che si avverò soltanto qualche anno dopo, il giorno in cui suo padre, onorato per l’impresa che compì contro una banda di Crows, gli concesse il nome di Toro Seduto.