1864: Sherman ordina la distruzione di Atlanta

Un grazie a Gilgamesh58

Nel 1864, dopo aver ottenuto la resa della città di Atlanta, il generale Sherman ordinò a tutta la popolazione di sgombrare la città confederata.
Quando il consiglio cittadino si appellò a lui perchè revocasse l’ ordine, adducendo il motivo che avrebbe provocato grande sofferenza a donne, bambini ed anziani ed ad altri che non avevano alcuna responsabilità per quella guerra, Sherman mandò una risposta in cui chiaramente faceva intendere che avrebbe fatto qualunque cosa per ottenere la vittoria dell’Unione: “La guerra è crudeltà e non si può ingentilirla e coloro che hanno portato la guerra nella nostra nazione meritano tutti gli anatemi e le maledizioni che si possano lanciare… Voi non potrete mai avere la pace e contemporaneamente una divisione della nostra nazione… Io condurrò la guerra in modo da ottenere una completa e veloce vittoria.”
Prima di lasciare Atlanta Sherman rase al suolo la città e proseguì la sua marcia in direzione del mare.
La guerra civile americana era scoppiata nell’aprile del 1861. Fin dall’inizio della guerra i confederati erano consapevoli che, nonostante l’abilità dei loro generali e dei loro soldati, la guerra non poteva essere vinta.


La marcia della colonna di Sherman verso Atlanta

A causa della disparità economica fra i due campi, della potenza industriale e demografica degli stati del nord, l’unica speranza per i confederati era di poter resistere tanto a lungo  da indurre un cambio nel governo unionista e far sì che giungessero al governo quei politici che, contrariamente a Lincoln, vedevano con favore l’avvio di negoziati di pace con il sud. La guerra combattuta dal sud fu quindi di natura prettamente difensivistica ed il sud non seppe o non volle approfittare delle vittorie iniziali, ottenute prima che il nord riuscisse a schierare completamente tutto il suo potenziale industriale bellico.
Al contrario Lincoln ed i generali unionisti a partire dal 1863, anno in cui riuscirono a guadagnare l’iniziativa, cercarono in tutti i modi di affrettare la conclusione della guerra, ma non potendo ottenere vittorie decisive sul campo, cercarono di strangolare l’economia e la capacità di resistenza del sud anche attraverso la distruzione delle sue infrastrutture: progettarono e misero in atto quella che oggi si chiama guerra totale
Nel 1864, nel bel mezzo della guerra, si tenne un’elezione presidenziale. Jefferson Davis presidente confederato sperava che al nord gli americani avrebbero voltato le spalle a Lincoln ed al partito repubblicano ed auspicava che venisse eletto un presidente Democratico (il generale George McClellan) favorevole a negoziati di pace.


Il Generale Sherman ritratto ad Atlanta

Era dunque vitale per i generali nordisti fedeli a Lincoln ottenere una vittoria significativa che potesse persuadere l’opinione pubblica nordista che la fine della guerra era vicina e potesse quindi rafforzare all’interno Lincoln ed il partito Repubblicano.
Per raggiungere questo scopo un esercito di 100.000 uomini con a capo il generale W. T. Sherman iniziò ad invadere la Georgia con il compito di razziare il Sud per distruggerne l’economia e la capacità di resistenza. Queste truppe invasero la Georgia seminando saccheggi e devastazione sul loro cammino. Si aprirono un varco largo da 50 a 60 miglia e lungo più di 200 lasciandosi alle spalle la più totale distruzione.
La campagna per la conquista di Atlanta condotta da Sherman si concluse con successo il 2 settembre 1864 con la presa della città, un risultato che rese molto famoso Sherman al nord e che sicuramente contribuì alla rielezione alla presidenza degli Stati Uniti di Lincoln nel novembre dello stesso anno.
Dopo Atlanta, Sherman continuò con la tattica della terra bruciata durante la sua avanzata verso il porto di Savannah ed il mare. Sebbene il sacheggio fosse ufficialmente vietato, gli storici sono in disaccordo su quanto bene fosse fatta rispettare questa regola.


E’ il 15 novembre 1864… Atlanta brucia!

La velocità ed  efficienza nell’opera di distruzione da parte dell’esercito di Sherman era notevole. E’ ben nota la pratica degli”Sherman’s neckties” ovvero le “cravatte di Sherman”: per far sì non venissero riutilizzati, i binari ferroviari divelti venivano resi malleabili con il calore e quindi piegati di solito intorno gli alberi. Avendo gli stati del sud poche fonderie e scarse scorte di ferro, il danno era difficile da riparare.
La pratica dei neckties fu adottata a seguito di un esplicito ordine di Sherman, datato 18 luglio 1864:
“…Twisting the bars when hot. Officers should be instructed that bars simply bent may be used again, but if when red hot they are twisted out of line they cannot be used again. Pile the ties into shape for a bonfire, put the rails across and when red hot in the middle, let a man at each end twist the bar so that its surface becomes spiral.”
Un’altra accusa rivolta  a Sherman su cui gli storici disputano è quella di aver deliberatamente bruciato la città di Columbia, capitale del South Carolina, il 17 febbraio 1865. In effetti le distruzioni operate nel South Carolina furono ancora maggiori di quelle in Georgia questo perchè agli occhi dei nordisti il South Carolina aveva la colpa di essere il primo stato ad aver dichiarato la secessione.


Le rovine di Atlanta dopo la partenza dei nordisti

Lo scrittore e critico letterario americano Edmund Wilson riporta che nelle sue Memoirs Sherman mostra di essere preda di un preoccupante “appetito per la guerra che si sviluppa e si alimenta sul Sud”.
Molti hanno denunciato il comportamento di Sherman come  precursore della disumanità delle guerre su grande scala del ventesimo secolo.

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