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I Kickapoo in guerra

A cura di Gianni Albertoli

L’espansione francese nelle zone del Golfo del Messico, protrattasi continuamente tra il 1701 e il 1735, avrebbe fortemente irritato gli indiani Chickasaw e Natchez, i quali assalivano continuamente i convogli fluviali sul basso Mississippi e quelli terrestri che da Biloxi si spingevano al grande fiume. Nel 1736 i francesi mossero contro gli insediamenti dei Chickasaw ma, sorprendentemente, subirono una disastrosa sconfitta. Fu proprio in quel periodo che gli inglesi cercarono di sfruttare la situazione, era un chiaro sintomo della debolezza francese e così iniziarono a rifornire abbondantemente di armi e munizioni i Chickasaw e i Natchez, giungendo ad offrire anche forti ricompense per eventuali incursioni a nord del fiume Ohio. I francesi dovettero reagire e allora invitarono i Kickapoo a compiere incursioni nelle terre dei Chickasaw e dei Natchez; i nuovi mercenari erano incredibili guerrieri e, verso la fine del 1736, respinsero le incursioni dei nemici meridionali infliggendo loro gravissime perdite e poi consegnando scalpi e prigionieri alla postazione francese di “Ouiatanon”, sul fiume Wabash.
L’anno dopo i Kickapoo lanciarono una lunga serie di incursioni nelle terre dei Chickasaw, ben quattro distinte spedizioni avrebbero interessato le regioni del basso Mississippi nel periodo compreso fra il 24 aprile e il 15 novembre; gli scorridori ritornarono poi a nord con notevoli quantità di bottino e numerosi scalpi e prigionieri.
I Kickapoo avevano grande familiarità con le terre a sud dell’Ohio anche se i loro spostamenti generalmente andavano verso ovest; la tradizioni dei Creek ci dicono che prima dell’anno 1700 i Kickapoo avevano spesso attraversato il fiume Ohio, per entrare nel Kentucky e portare la guerra nelle terre dei Chickasaw e dei Lower Creek. L’offensiva contro i Chickasaw si sarebbe protratta per tutto il periodo 1740-50, riducendo notevolmente la minaccia britannica verso l’Ohio francese.
Un guerriero Kickapoo
Le incursioni dei Kickapoo erano prevalentemente operate da piccole bande molto mobili che assalivano i villaggi dei Chickasaw, li distruggevano, recuperavano scalpi e prigionieri – soprattutto donne e bambini -, saccheggiavano ed infine davano alle fiamme l’insediamento. I francesi, colpiti dall’abilità dei Kickapoo, li utilizzarono sempre come mercenari sia nel nord che nel sud. Sia il Vaundreuil, per gli interessi franco-canadesi, che il Bienville, per quelli delle zone di New Orleans, dettero vita a statuti speciali per questi indiani, i quali diventavano di fatto la primaria linea difensiva contro gli inglesi e i loro alleati. Stando alle fonti francesi, i Kickapoo erano “in grado di coprirci” sul basso corso del Wabash e presso la foce del Tennessee. Infatti, durante la “Guerra franco-indiana”, avrebbero difeso con successo il confine Ohio-Mississippi per respingere gli attacchi dei Chickasaw provenienti dalla valle del Tennessee. Nel novembre 1762 la Francia cedeva la Louisiana alla Spagna e questa, nella primavera del 1765, assumeva ufficialmente la parte settentrionale della immensa Provincia, Antonio de Ulloa, della “Royal Spanish Navy”, diventava il primo Governatore e Capitano Generale della Louisiana spagnola. L’Ulloa diede subito l’ordine di creare nuove postazioni e insediamenti lungo il Mississippi per meglio fronteggiare la pressione britannica. L’Ulloa avrebbe invitato anche parecchi commercianti francesi a spostarsi a ovest dopo il 1763, questi avrebbero indiscutibilmente influenzato varie bande a seguirli. Serena, un sottocapo Kickapoo, avrebbe portato la sua banda, di 75 guerrieri con le loro famiglie, in Louisiana nell’anno 1765; la banda si sarebbe stabilita sul Missouri, a circa 12 leghe dalla postazione di St. Louis. In seguito, tre distinti gruppi della tribù sarebbero apparsi nella storia dei Kickapoo: oltre al gruppo di Serena, vi erano le due bande più grandi, composte da circa 300 guerrieri ciascuna, quella dell’Illinois e quella del fiume Wabash.


Un rito funebre

Le tre comunità continuarono a tenere Consigli tribali e ad avere una politica comune, in funzione filo-spagnola e anti-britannica. Le due bande orientali si spingevano a ovest per cacciare insieme alla banda del Serena, visitavano frequentemente i territori occidentali e poi tenevano Consigli per discutere questioni di interessi comuni; inoltre, annualmente, raggiungevano St. Louis per incontrare le autorità spagnole e ricevere regali e razioni ma, soprattutto, armi e munizioni. Come in precedenza i Kickapoo avevano difeso gli interessi francesi, ora difendevano quelli spagnoli. Già nella decade 1690-1700 i guerrieri Kickapoo avevano vagato nelle terre dell’Upper Mississippi con il Nicolas Perrot e l’intera tribù aveva vissuto nell’Iowa nella seconda parte del decennio 1720-30, soltanto in seguito i Kickapoo sarebbero ritornati nell’Illinois e sul Wabash. Negli anni successivi parecchi esploratori Kickapoo avevano affiancato gli eserciti francesi che operavano a ovest, e cacciatori Kickapoo si sarebbero spinti a sud fino all’Arkansas nel periodo 1725-50, estendendo così i loro territori di caccia fino al Red River. Durante questo periodo sarebbero entrati prepotentemente nei commerci dell’Arkansas ma, allo stesso tempo, iniziarono anche una guerra con gli Osages, guerra che si sarebbe protratta fino al primo terzo del XIX secolo. L’abilità guerriera dei Kickapoo era ben nota e questi indiani vennero corteggiati a lungo sia dagli inglesi che dagli americani. Nel 1777, mentre la guerra si volgeva sempre più verso ovest, e le tribù dell’Illinois sentivano il peso dell’avanzata coloniale, il capo Pacana, successore del grande Wahpesah, lasciava il Wabash per raggiungere St. Louis e consultare le autorità spagnole. Gabriel Cerré, un prominente personaggio della “Mississippi Valley Indian Affairs”, era a St. Louis quando Pacana e i suoi sottocapi giungevano in città; fu il Cerré che segnalò al George Rogers Clark l’importanza di questo leader.
Antonio De Ulloa
Il capo avrebbe incontrato il Rogers, il quale gli promise “una medaglia, un cappotto ai capi e un cappello”, in cambio chiedeva soltanto di non schierarsi al fianco degli inglesi. I Kickapoo si sarebbero così posti al fianco delle Milizie del Clark, diventando fedeli esploratori e un ottimo baluardo sul fiume Ohio. Nel frattempo, gli inglesi scatenavano i Chickasaw e i Cherokee nel sud-est, i quali si spinsero parecchie volte fin sulle rive meridionali dell’Ohio River per attaccare i convogli fluviali americani. Verso la fine dell’anno 1778 i Kickapoo avrebbero lanciato una lunga serie di attacchi contro questi indiani del sud, le loro vittoriose incursioni avrebbero protetto le spalle agli uomini del Clark. Da parecchio tempo alcune bande Kickapoo prestavano servizio per gli spagnoli, i loro servizi erano particolarmente apprezzati. Già nel 1784, una delegazione di capi venne ricevuta a New Orleans dal Governatore Generale spagnolo, i capi vennero insigniti con una medaglia d’argento e ringraziati pubblicamente per i loro ottimi servigi nella “difesa dell’Impero” contro i Chickasaw e altri nemici. Sistematicamente, ogni anno, quando gli spagnoli inviavano da New Orleans merci e regali per le tribù indiane, i Chickasaw attaccavano e razziavano le merci che dovevano raggiungere St. Louis. I membri degli equipaggi venivano massacrati, i carichi saccheggiati e le imbarcazioni date alle fiamme; le depredazioni dei Chickasaw furono particolarmente dure nel 1772, allora il Governatore spagnolo, Cruzate, dovette chiedere l’aiuto dei Kickapoo per distruggere “i pirati del fiume”. I Kickapoo non persero tempo e passarono all’attacco. I Chickasaw dovettero subire le incursioni dei meglio armati Kickapoo, il loro territorio venne devastato e i loro guerrieri non poterono approvvigionare le loro famiglie. Panimataja, il grande capo dei Chickasaw, fu costretto ad andare a St. Louis per invitare il Cruzate a sospendere i loro attacchi. Da allora il Governatore avrebbe usato i mercenari Kickapoo per intimidire le tribù nemiche. Una nuova minaccia stava però giungendo da ovest, gli spagnoli erano fortemente preoccupati degli Osages.
Questi indiani mantenevano atteggiamenti ostili nei confronti degli spagnoli e rifiutavano di sottomettersi ai governanti della Louisiana. Nel periodo 1780-90 gli Osages divennero sempre più sfacciati e rifiutavano continuamente di parlamentare con le autorità. Gli attacchi dei guerrieri Osages impedivano ai coloni di avventurarsi nei campi per arare e seminare la zona; molto più a sud, nella vecchia postazione francese di Natchitoches, gli attacchi degli Osages divennero più frequenti. A partire dal 1792 gli spagnoli dovettero impegnarsi seriamente per fronteggiarli, così armarono i Kickapoo, i Sauk & Fox e gli Shawnee; per i Kickapoo, attaccare gli Osages era d’obbligo essendo loro vecchi nemici.
Territori di caccia
La caccia agli scalpi era aperta e ben pagata, parecchi villaggi degli Osages avrebbero pagato duramente. Per isolare gli Osages dalle fonti di approvvigionamento di armi e munizioni, gli spagnoli proibirono qualsiasi commercio con la tribù, i commercianti che non avrebbero rispettato sarebbero stati sottoposti a dure sanzioni. Le autorità dichiararono apertamente che si poteva “uccidere e distruggere le famiglie degli Osages… è importante umiliare o distruggere questi barbari”. Come mercenari degli spagnoli, i Kickapoo vagavano ininterrottamente dalla Louisiana nord-occidentale al Missouri, e a sud si spingevano sul fiume Arkansas e nelle zone di Natchitoches. Piccole e mobilissime bande guerriere, ben rifornite di armi e munizioni, si muovevano velocemente alla ricerca degli insediamenti degli Osages; colpivano rapidamente, saccheggiavano, raccoglievano scalpi e prigionieri. Poi, dopo ogni incursione, esponevano i loro macabri trofei a St. Louis, San Esteban de Arkansas e Natchitoches, dove ricevevano in cambio soldi, barili di “aguardiente”, due rotoli di tabacco ogni guerriero e nuove scorte di armi e polvere da sparo. Nella primavera del 1800, una grande forza di Kickapoo colpiva duramente un accampamento degli Osages sul basso corso del Neosho; i “frutti della vittoria furono notevoli”, consistevano in copricapi di piume, scalpi, cinque prigionieri e una mandria di cavalli, il tutto venne poi commerciato a St. Louis con la consueta generosità spagnola. Anche qualche anno prima gli Osages avevano subito i loro attacchi, spesso avrebbero inviato delegazioni di capi per richiedere la pace, ma le loro proposte non sarebbero mai state accolte. Alla fine, “convinto delle buone intenzioni degli Osages”, il Pierre Choteau, e altri agenti spagnoli, decisero di organizzare una conferenza di pace tra gli Osages e le tribù indiane che collaboravano con le autorità spagnole. Ora, le autorità cercavano di porre un freno alla distruzione degli Osages, le loro intenzioni iniziali avevano scatenato le guerre intertribali, soprattutto i Kickapoo rappresentavano un serio problema, erano “troppo difficili da trattenere”. Le tradizioni tribali dei Kickapoo li invitavano a continuare la guerra. Il 14 marzo 1803, qualche anno dopo che gli spagnoli si erano riconciliati con gli Osages, il Governatore di St. Louis riferiva di essersi impegnato per bloccare una sessantina di guerrieri Kickapoo a cavallo intenzionati ad attaccare di sorpresa gli Osages. Per bloccarli il Governatore dovette dar loro parecchi regali.
Intorno al 1804 gli Osages raggiunsero lo Spring River, un affluente del Grand River, dove cercarono vanamente di scacciare i gruppi Kickapoo ivi stanziati. Una nuova guerra si apriva fra le due tribù, ma i Kickapoo avevano il pieno appoggio dei Sauk & Fox e poterono respingere gli assalti nemici.


Osage e mercanti bianchi

Il Governo Americano, allarmato dalla nuova situazione, faceva intervenire il generale James Wilkinson, Governatore del Territorio della Louisiana, il quale tentò di risolvere la questione organizzando un Consiglio di Pace. Dopo mesi di negoziazioni e promesse di nuove razioni, il Consiglio venne tenuto a St. Louis nell’ottobre 1805. Erano presenti delegazioni di capi Kickapoo, Osage, Sauk & Fox, ma vi erano anche leader delle tribù Pawnee, Missouri, Otoe, Delaware, Miami, Potawatomi e Iowa come osservatori. Il Wilkinson avrebbe ammonito duramente le tribù in guerra proponendo loro precisi termini di pace, ma venne spesso interrotto da Pawatomo, un importante leader dei Kickapoo. Venne infine stipulata una tregua, gli indiani accettarono di ripresentarsi a St. Louis prima delle cacce invernali. I Kickapoo e gli Osage giunsero a St. Louis la prima settimana dell’ottobre 1806, dove finalmente firmarono un Trattato di pace. Il Governo prese l’iniziativa e tolse alcune sanzioni contro i Kickapoo ma, nel 1807, gli infuriati Osages si buttarono su parecchi insediamenti coloniali del Missouri, “uccidendo e mutilando civili bianchi, razziando cavalli e bovini, e bruciando case coloniali”. I Kickapoo, storici nemici degli Osages, vennero allora interpellati dal Lewis nella primavera del 1808, dovevano fronteggiare la minaccia dei loro nemici e liberare la frontiera. I Kickapoo dovevano scacciare gli Osages “fuori dal paese”. La guerra sarebbe continuata spasmodicamente fino allo scoppio della “Guerra del 1812”, quando una lunga serie di attacchi Kickapoo avrebbe messo in seria difficoltà gli Osages, vecchi padroni del territorio del Missouri. Nel frattempo, a nord-est, i gruppi dell’Illinois e dell’Indiana erano incerti sul da farsi, unirsi a Tecumseh oppure muoversi verso occidente, una piccola banda avrebbe preferito spostarsi a ovest tra il 1808 e il 1811; la disfatta di Tippecanoe (1811) avrebbe provocato un secondo esodo verso il Missouri e un gruppo di 63 famiglie avrebbe raggiunto il territorio nel tardo 1814.


Una famiglia di Kickapoo in un campo improvvisato

Queste bande avrebbero raggiunto Kaskaskia per poi muoversi in direzione sud-ovest fino al White River, poi alcuni gruppi si stabilirono sui fiumi Osage e Pomme de Terre. Durante la Guerra del 1812 gli scontri tra i Kickapoo e gli Osages si sarebbero affievoliti notevolmente, e molti gruppi del Missouri sarebbero stati ingaggiati dalla “American Fur Company”, per cui molti agenti commerciali si stabilirono nei loro villaggi per spingersi a cacciare sui fiumi Arkansas e Red River. Tuttavia, almeno 50 guerrieri, con le loro famiglie, avrebbero continuato a vivere nel Missouri fianco a fianco dei coloni bianchi. Guidati da un giovane capo di guerra, “Black Buffalo”, questo gruppo venne subito notato, erano predoni che si spostavano a sud di St. Charles saccheggiando case e rubando abbigliamenti, articoli per la casa e cavalli. I viaggiatori che si spostavano nel Missouri erano costantemente sottoposti alle loro imboscate e “uccisi senza nessuna provocazione”. Nel Missouri i Kickpaoo divennero una vera e propria tribù equestre, tanto da essere considerati dei “superbi cavalieri”, ma anche “inveterati ladri e incalliti commercianti di cavalli”. Le incursioni potevano anche risparmiare vite umane, ma raramente i guerrieri di Black Buffalo perdevano l’opportunità di “svuotare i corrals dei settlers e il bestiame al pascolo”. I coloni richiesero più volte l’intervento delle autorità di St. Louis e sempre accusarono i Kickapoo delle razzie. Tra il 1811 e il 1814 i Kickapoo del Missouri avrebbero saccheggiato circa 33 mila dollari di proprietà e i coloni del territorio erano indignati per “l’insolenza e l’audacia di questi razziatori”. Qualche anno dopo, con il Trattato del 1819, anche i gruppi dell’Indiana e dell’Illinois sarebbero stati obbligati ad unirsi a quelli del Missouri, i quali, rinforzati ulteriormente, avrebbero aumentato le turbolenze sulla frontiera sud-occidentale.


Gli attacchi degli Osages diventavano più frequenti

Dopo il Trattato di Pace stipulato con gli Stati Uniti nel tardo 1815, i Kickapoo del nord-est ritornarono nei loro antichi villaggi sul fiume Wabash e in altre terre dell’Illinois; ma ormai sfuggivano la pressione coloniale e si stavano muovendo velocemente verso sud-ovest. I Trattati di Edwardsville (30 luglio 1819) e di Fort Harrison (30 agosto 1819) mettevano in seria difficoltà i Kickapoo dell’Illinois e quelli del Wabash. Gli indiani dovevano evacuare le loro terre per stabilirsi sull’Osage River, nel Missouri. Nell’autunno del 1819, Pascal Cerré, l’ufficiale incaricato della rimozione, avrebbe iniziato a raggruppare i Kickapoo per spostarli in una nuova sede. Quasi duemila indiani vennero raggruppati in settembre, ma gli ufficiali si trovarono in difficoltà visto che i Kickapoo erano divisi in piccoli gruppi che si sarebbero poi spostati in modo autonomo. La sola banda che rimase con il Cerré fu quella di Blue Eyes. Nelle vicinanze del fiume Osage la situazione si complicò ulteriormente, gli indiani si rifiutavano di continuare la marcia e Blue Eyes avvisò il Cerré che la sua gente avrebbe raggiunto il fiume soltanto in primavera; comunque, dopo un breve riposo gli indiani avrebbero raggiunto il Missouri sud-occidentale per unirsi alla banda occidentale di Serena. I gruppi occidentali, rinforzati da bande dell’est, avrebbero aumentato notevolmente le turbolenze nella parte sud-occidentale della frontiera americana, scatenando una guerra senza quartiere tra i Kickapoo e i loro nemici Osages. Nel frattempo, nel nord-est, una banda, sotto il capo Mecina, era particolarmente irritata per le conseguenze del Trattato di Edwardsville. Mecina, infuriato, avvisava il William Clark che voleva unirsi ai gruppi più occidentali; nell’animo del capo gli insegnamenti di Tecumseh erano ancora importanti. I suoi guerrieri erano considerati “fanatici, collerici e pericolosi”, per oltre un decennio avrebbero sfidato apertamente gli Stati Uniti, le cui autorità cercavano continuamente di rimuoverli dai loro insediamenti sul lago Peoria.
Un guerriero Kickapoo
I guerrieri di Mecina si mettevano spesso a caccia di scalpi freschi e terrorizzavano gli insediamenti coloniali dell’Illinois ma, soprattutto, quelli posti sul fiume Sangamon, per poi spingersi più a est fino al fiume Wabash, dove assalivano isolate fattorie per razziare cavalli e bestiame da tiro. Il bottino di questi predoni, soprattutto i cavalli, veniva poi commerciato velocemente nei campi dei Potawatomi e, spesso, acquistato da commercianti bianchi senza scrupoli. I coloni dell’Illinois dovettero allora richiedere l’intervento del “War Department” e dello “Indian Office”, presentando continue petizioni e denunce al sovrintendente dello “Indian Affairs” di St. Louis, il quale aveva competenze regionali sui Kickapoo. La rimozione della banda di Mecina stava prendendo forma, ma anche altri gruppi sarebbero stati rimossi per evitare ulteriori problemi. Anche gli anni 1824 e 1825 furono particolarmente travagliati per i coloni, la banda di Mecina continuava la sua opera devastatrice e parecchi raids vennero segnalati contro gli insediamenti. Fu allora che il William Clark inviava un suo assistente, Richard Graham, nei loro villaggi (gennaio 1825), dove però alcuni capi continuavano a rifiutare rimozioni nel Missouri. Il Graham incontrava i Kickapoo nei loro accampamenti di caccia sul Mississippi dove si convinse di poterli spostare senza usare la forza. Nel frattempo continuava a crescere il disappunto dei coloni, i Kickapoo dovevano evacuare almeno le terre del Sangamon. Le autorità dovettero intervenire per fronteggiare la situazione, i Kickapoo dovevano essere trasferiti all’ovest, dovevano seguire l’esempio di alcuni gruppi dei Sauk & Fox che avevano lasciato le loro terre dell’Illinois nord-occidentale e del Wisconsin sotto la guida di Keokuk ma, anche in questo caso, restava irrisolto il problema di Falco Nero, il quale cercava alleati per attaccare e cacciare i bianchi. Una lunga serie di consigli tribali con Falco Nero (1829) avrebbe attratto nelle sue fila parecchi guerrieri di Mecina, infine, l’intera banda si mosse per unirsi ai Sauk & Fox sul Rock River. Il capo Mecina, però, non si disse disposto a scendere sul sentiero di guerra al fianco di Falco Nero, nella disputa che ne seguì, avrebbe abbandonato i suoi per unirsi ai gruppi dell’Illinois di Kennekuk. Salì allora alla ribalta un giovane capo guerriero, Panoahah, il quale avrebbe portato quasi un centinaio di guerrieri, con le loro famiglie, sul Black Rock.
Un ritratto di donna Kickapoo
Comunque, nel Missouri, non tutte le depredazioni erano opera dei Kickapoo, alcune tracce lasciate indicavano anche la presenza di bande guerriere degli Osages, ma i coloni continuavano a richiedere la protezione militare e, soprattutto, la rimozione forzata degli odiati Kickapoo. Le fonti, oltre a ricordare le razzie di questi indiani, menzionavano anche intermittenti guerre fra i Kickapoo e gli Osages, per questi ultimi i Kickapoo rappresentavano degli intrusi nelle loro terre ma ormai, anche le bande dell’Indiana e dell’Illinois si erano stabilite sul fiume Osage (Missouri sud-occidentale), in un territorio dove vi erano circa 2 mila Kickapoo. Gli Osages, inferociti, si lamentarono con il William Clark, il quale aveva autorizzato i loro nemici a stabilirsi in quelle terre, inoltre, gli ricordavano che avevano costruito alcuni insediamenti al di là della linea concordata nel Trattato del 1819, insediamenti “pericolosamente vicini” alle terre degli Osages. Ciò avrebbe potuto provocare una nuova guerra. A nulla sarebbe valso l’intervento del Clark, i Kickapoo si rifiutarono di spostare i loro villaggi ma, come diceva l’americano, “… per gli Osages era impossibile vivere in pace con questi vicini di casa”, infatti, i Kickapoo continuavano a cacciare nelle terre degli Osages, specialmente lungo i corsi dei fiumi Red e Arkansas. Le continue schermaglie fra le due tribù avrebbero avuto notevoli ripercussioni nelle comunità degli Osages dei fiumi Verdigris e Grand, ma anche in quelle dei Kickapoo del fiume Osage. Tra il 1821 e il 1826 sarebbero scoppiate diverse guerre fra le due tribù. Pressati da nord-est dai Kickapoo, gli Osages subirono anche gli attacchi da sud operati dai Cherokee e dai Creek, stanziati nelle terre a ovest dell’Arkansas River, sui fiumi Canadian e Grand. Ormai agli Osages restava soltanto un piccolo corridoio di terra sul Neosho River, questo serviva alla tribù per inoltrarsi nelle grandi Pianure, da allora gli Osages divennero, stando alle fonti, “scontrosi e vendicativi come non mai”. Nel marzo 1826 una spedizione di caccia dei Kickapoo individuava e massacrava cinque Osages sul Red River, gli assassini avrebbero sostenuto di aver vendicato la morte di un Delaware e 11 Cherokee uccisi dagli Osages l’anno precedente. I capi degli Osages si riunirono in un grande Consiglio e richiesero almeno 100 scalpi Kickapoo per vendicare il massacro, parecchie spedizioni di guerra si sarebbero mosse verso il Missouri sud-occidentale per attaccare gli insediamenti dei Kickapoo e dei Delaware. Una spedizione di guerra degli Osages si spinse a nord fino a raggiungere il Robideau Fork del Gasconade River, dove i guerrieri sorpresero un accampamento di caccia degli indiani Delaware composto da tre uomini, tre donne, due ragazze e un bimbo di un anno.


Un gruppo di giovani Kickapoo nel 1896

Soltanto quattro Delaware sfuggirono al massacro, gli altri vennero “uccisi e orribilmente straziati, mentre il bimbo venne gettato nel fuoco”. Sarebbe stato un guerriero Kickapoo a scoprire il massacro, gli Osages avevano attraversato l’omonimo fiume presso la foce dell’affluente Neanger. I Kickapoo e i Delaware meditarono vendetta e si prepararono ad una nuova guerra, lo scontro sembrava inevitabile e i coloni stanziati nelle vicinanze di queste tribù evacuarono il territorio per cercare rifugio a St. Louis e a Bonneville. L’agente Graham dovette intervenire, lavorando alacremente per conciliare le tribù in guerra, era difficile mantenere la pace sulla frontiera sud-occidentale. La politica americana sembrava essere poco chiara, il Graham continuava a preferire i Kickapoo agli Osages e vedeva di buon occhio la “cacciata” o lo “sterminio” degli Osages, i quali “commettono depredazioni contro le tribù circostanti e sono poco disposti a far passare le carovane tra Santa Fe il Missouri”, molte segnalazioni di depredazioni degli Osages continuavano a giungere alle orecchie delle autorità. Il 25 settembre 1826 i capi dei Kickapoo, degli Osages e dei Delaware giunsero a St. Louis per un Consiglio di Pace, il Clark dovette impegnarsi strenuamente per trovare un minimo accordo e, dopo sei giorni di accese discussioni, gli americani dovettero invitare i capi alla calma. Alla fine, il 7 ottobre, venne firmato un Trattato che prevedeva “pace perpetua e amicizia tra i Kickapoo e gli Osages”; i Kickapoo accettarono di pagare agli Osages un migliaio di dollari per coprire i loro atti di saccheggio e le uccisioni ai danni dei loro nemici, inoltre si impegnarono a cacciare nelle proprie terre. Entrambe le parti concordarono nell’astenersi da qualsiasi “vendetta”, le eventuali razzie e furti di beni o bestiame, o anche omicidi, dovevano essere denunciate all’agente indiano, sarebbe poi spettato all’agente dell’altra tribù costringere i colpevoli al risarcimento completo della parte lesa. Dopo la stipulazione del Trattato ai Kickapoo venne consigliato di spostarsi a ovest del fiume Missouri.


Alcune abitazioni di indiani Kickapoo

Il Clark sottolineava che tale mossa poteva, non soltanto prevenire future collisioni fra le due tribù, ma anche proteggere i Kickapoo dalla pressione coloniale americana. Kishko, un potente capo e portavoce della tribù, non si disse disposto ma il Clark gli promise che il suo popolo avrebbe potuto inviare una delegazione per visionare il nuovo territorio. Non era comunque facile convincere questi indiani ad un certo tipo di vita, inoltre, avevano una grande antipatia nei confronti degli americani, i quali, a loro volta li ritenevano indiani “collerici e pericolosi”. Durante la guerra di Falco Nero, alcuni gruppi Kickapoo rimasero nell’Illinois, erano composti da poco meno di 60 persone e si sarebbero stanziati in un piccolo villaggio sull’alto corso del fiume Kaskaskia, da dove avrebbero messo a ferro e fuoco parecchi insediamenti, “uccidendo coloni e dando fuoco alle fattorie e ai fienili del territorio”. Nel frattempo, dal suo accampamento sulla riva occidentale del Mississippi, Falco Nero stava pianificando la riconquista delle terre d’origine della tribù. Dopo aver raccolto armi e munizioni in grande quantità, il capo inviava suo figlio “Whirling Thunder” – con alcuni guerrieri Sauk e Kickapoo – a sud, il loro compito era quello di invitare alla guerra anche gli Osages, i Cherokees e i gruppi meridionali dei Kickapoo. Parecchi guerrieri vennero arruolati nel villaggio dei Kickapoo sul Red River, mentre altri sopraggiunsero dal Texas, e poi si spostarono a nord per unirsi a Falco Nero sul Mississippi. La guerra si sarebbe comunque conclusa con la disastrosa battaglia del Bad Axe (3 agosto 1832), dove le forze di Falco Nero vennero disfatte dalle truppe; circa 150 indiani perdettero la vita e lo stesso capo venne catturato. La maggior parte dei sopravvissuti sarebbe fuggita a ovest del Mississippi, fra questi vi erano i Kickapoo di Panoahah, che si unirono ai loro parenti del Missouri, i quali stavano evacuando il fiume Osage per spostarsi nelle zone di Fort Leavenworth.


Coloni impauriti durante un attacco dei Kickapoo

L’Illinois avrebbe allora avuto momenti di grande tranquillità, anche se nel territorio restava una banda guidata dal “Profeta Kennekuk”; anche questo gruppo, però, si sarebbe spostato a ovest nel tardo autunno. Nella primavera del 1834 l’intera banda aveva attraversato il Mississippi, era costituita da 116 membri sotto la guida del capo Wabanim. Nelle zone di Danville, nel dicembre 1833, la banda in movimento era stata obbligata a fermarsi causa una malattia – la “milk sickness” (“malattia del latte”) – che aveva colpito i loro cavalli; allora sarebbero intervenuti gli americani con generi di prima necessità e così, all’inizio del marzo successivo, la banda avrebbe potuto continuare la marcia verso ovest. In pratica, la rimozione governativa dei Kickapoo sul fiume Osage, decisa dai Trattati di Edwardsville e Fort Harrison, fu rappresentata da un movimento migratorio che era in corso da quasi un secolo. Già con l’apparizione dei primi francesi i Kickapoo avevano iniziato a spostarsi saltuariamente a ovest del grande fiume, dove cacciavano e raccoglievano pellicce da commerciare con le colonie francesi ed anche spagnole. Durante il periodo spagnolo, nel 1763, la banda del capo Serena si era stabilita permanentemente sul Missouri, proprio a ovest di St. Louis. A partire dal 1770 gli americani segnalavano che “diverse centinaia di guerrieri Kickapoo sono collegati agli spagnoli come mercenari”, dagli spagnoli potevano avere armi da fuoco, munizioni, razioni alimentari e potevano riscuotere denaro in cambio di scalpi nemici.
Kennekuk, profeta Kickapoo
Questi guerrieri venivano lanciati contro i Chickasaw, che avevano paralizzato le comunicazioni tra St. Louis e New Orleans, e attaccavano frequentemente i convogli commerciali spagnoli sul Mississippi. Gli attacchi dei Kickapoo avrebbero obbligato i Chickasaw a “rientrare nelle loro città in preda al terrore” e a scendere a patti con gli spagnoli, ma queste azioni avrebbero anche riacceso i loro vecchi rancori nei confronti degli Osages. Questi Osages continuavano a non riconoscere gli spagnoli come “loro padri” e, inoltre, avevano praticamente interrotto ogni contatto con il sud-ovest spagnolo, giungendo a minacciare anche gli insediamenti sul fiume Mississippi. Fu intorno al 1790 che la Spagna dichiarava aperta “ la caccia” agli Osages, ed allora i guerrieri Kickapoo, affiancati dai Sauk e dagli Shawnee, e assistiti dai Delaware, obbligarono i nemici a ritirarsi più a sud, nelle terre dei fiumi Grand, Neosho e Verdigris. Alcune bande Kickapoo avrebbero occupato parecchie terre degli Osages, proteggendo le comunicazioni spagnole con il sud-ovest. Quando, nel 1803, gli Stati Uniti acquisivano il territorio del Missouri, una serie di piccoli villaggi Kickapoo erano localizzati lungo il fiume Missouri per oltre un centinaio di chilometri, alcuni si stendevano anche a sud lungo il fiume Osage e sui suoi affluenti.