Il coltello Bowie

A cura di Sergio Mura

Jim BowieUn ritratto di Jim Bowie
Se c’è un oggetto che ben rappresenta l’epopea avventurosa e leggendaria del west, arrivando persino ad incarnare lo spirito americano, ebbene questo è il “Bowie”, il coltello più famoso dell’intera storia degli stati Uniti.
In parte deve la sua stessa fama a quella del suo leggendario possessore, quel Jim Bowie che morì da eroe ad Alamo dopo una vita perlomeno controversa.
Il Bowie è quell’enorme coltellaccio caratterizzato da una lunga lama (fino a 30 cm!) e dalla punta a doppio filo leggermente ricurva all’insù. La sua origine si perde al confine tra realtà e leggenda, tanto che non sappiamo con precisione a quale dei Bowie si debba l’idea di realizzare un simile pugnale, se a James (Jim) o a Rezin.
Soffermandoci un attimo sul racconto leggendario più accreditato, troviamo un giovane Rezin P. Bowie impegnato in una durissima caccia al bisonte nel 1827.
Uno sparo ed ecco che l’animale, ferito, si lancia, testa bassa, contro il cacciatore, travolgendolo mentre è a cavallo. Per Rezin sembra non esserci via di scampo; non è possibile ricaricare l’arma in pochi istanti convulsi.
La mano destra scivola velocemente sul fianco, dov’è alloggiato un coltellaccio. E’ un attimo e la lama penetra in profondità nel collo del gigantesco bisonte, uccidendolo sul colpo. La forza del colpo, però, fa scivolare le dita di Rezin fin sopra la lama, procurandogli alcune ferite profonde e arrivando quasi ad asportargli il pollice.
Questo racconto è verosimile, perchè trova conferma in molti resoconti dell’epoca. A questo punto alcuni sostengono che Rezin, forte di quella drammatica esperienza si sia recato da un fabbro molto famoso a quel tempo, un certo Jesse Cliffe, per farsi costruire un coltello più adatto alla vita della frontiera. E’ quello il momento in cui un fabbro ed un giovane “inventano” il Bowie come lo conosciamo oggi: una lunghissima e larga (circa 3 cm) lama separata dal manico abbastanza sottile da due guardie metalliche.
Fin qui si direbbe che tutto va bene. A questo punto, però, entra in scena il fratellino di Rezin, quel Jim che sarebbe divenuto famoso con la battaglia di Alamo. A lui, infatti, viene prestato il Bowie appena realizzato dal fabbro di cui abbiamo parlato.
Jim era un personaggio abbastanza controverso fin da allora. Era mutevole di carattere e sempre piuttosto ruvido e spigoloso e aveva lasciato un pessimo ricordo di sé ovunque fosse passato.
I tre fratelli Bowie hanno i natali combattuti. Su tutti, però, il più combattuto è quello di Jim, visto che ben tra stati americani sostengono che nacque entro i propri confini. Di sicuro c’è che la famiglia Bowie visse dopo il 1814 in Louisiana dove i tre fratelli si mantenevano cacciando nelle paludi, una vita alquanto monotona e inadatta a giovani irrequieti e desiderosi di avventura. Si dedicarono allora alla fiorente tratta degli schiavi e, per buona misura, intrattennero ottimi rapporti persino con il corsaro Jean Lafitte. Con i soldi guadagnati si dedicarono anche al più normale commercio di legname. Almeno fino al 1827, quando il giovane Jim decise di imprimere un cambiamento di rotta alla sua vita. Ebbe un alterco con un tale che un paio di anni prima lo aveva minacciato. Questo alterco si svolse durante un duello a cui Jim presenziava come padrino. Per farla breve diciamo che la zuffa finì con una sparatoria che procurò ben 2 ferite a Jim che riuscì a sopravvivere in virtù del suo fisico prestante (era alto oltre 1 metro e 80 centimetri, un vero colosso per quei tempi). Nonostante queste due ferite alla coscia ed alla spalla, Jim riuscì ad agguantare il Bowie che gli aveva prestato il fratello e ad uccidere uno dei rivali con una stoccata precisa e ben assestata e ferì malamente un altro contendente, arrivando quasi ad amputargli un braccio.
Era l’inizio della leggenda, non di Jim, beninteso, ma del Bowie!


Il coltello Bowie

Da quel momento in poi, Jim lo scapestrato avrebbe utilizzato il coltello per levarci dai pasticci in ben più che un’occasione. Il Bowie divenne il suo infaticabile e fedele compagno di vita.
Viene ricordato un altro episodio particolarmente drammatico che rende chiaro che tipo di uso facesse del coltello il giovane Jim.
Si tratta dello scontro con un certo Jack Sturdivan. Accadde in un saloon di Natchez in cui i due litigarono a lungo prima di accordarsi su un duello all’arma bianca e senza regole in cui i due contendenti avrebbero combattuto con la mano sinistra legata l’uno all’altro. Dopo una serie di finte e contro-finte andate a vuoto, un colpo di Jim andò a segno su un braccio del rivale. La forza del colpo e le indubbie qualità della lama lasciarono il povero Sturdivan con un braccio penzoloni, quasi amputato.
La faccenda non finì così. Tre amici dello sconfitto si accordarono per farla pagare a Jim Bowie. Perciò lo intercettarono qualche giorno dopo mentre era a cavallo. Anche in questo caso, l’abilità di Jim e la maestria nell’uso del Bowie ridussero a mal partito gli avversari. Uno fu decapitato con un colpo netto, il secondo riuscì a ferire Jim ad una gamba ma ne ebbe in cambio un fendente che lo uccise sul colpo, mentre il terzo ebbe il cranio fracassato da un ultimo colpo.
Le vicende del coltello Bowie ebbero una piccola sosta in concomitanza con il matrimonio di Jim che sposò Maria Ursula Veramandi, figlia del Governatore del Texas.
La calma durò molto poco perchè la povera Maria ed il figlioletto dei due morirono a causa del colera.
Negli anni seguenti Jim si schiera con i Texani che vogliono l’indipendenza dal Messico, anche a costo della guerra. E la guerra arrivò, impersonata dalle truppe messicane guidate dal generalissimo Santa Ana. Data la disparità di forze in campo si arrivò piuttosto velocemente all’episodio più famoso della guerra tra texani e messicani, Alamo. Jim Bowie ebbe l’ultima occasione per consegnare alla leggenda il suo famosissimo coltello. Infatti, nonostante fosse costretto a letto da una brutta polmonite, la sera del 6 marzo 1836, quando ci fu l’attacco finale dei messicani, Jim Bowie si scagliò contro i soldados in furiosi corpo a corpo che lasciarono sul campo – si dice – ben 26 militari. Verità o leggenda? Difficile dirlo, ma in ogni caso la leggenda del coltello Bowie era arrivata a definitiva maturazione.
Quanto alle caratteristiche tecniche del coltello, divenute in seguito alquanto variegate, è persino impossibile risalire a quelle originarie.
Vi sono almeno due diverse versioni accreditate: una attribuita a Rezin ed una a Jim Bowie.
Dalla documentazione in nostro possesso possiamo descrivere il primo prototipo come un coltello da caccia a lama dritta e punta “clip point” con un solo tagliente lungo 230 mm circa e controfilo affilato dello spessore di ben 30 mm.
Nel 1830 Rezin fece realizzare parecchi esemplari di lusso da Searles e Schively, artigiani di Filadelfia. Alcuni di essi sono arrivati fino ai nostri giorni e sono caratterizzati da uno stile mediterraneo, ingentilito da incisioni e materiali preziosi.
Il decennio 1830-1840 fu quello del boom del coltello Bowie. Gli artigiani americani ne produssero moltissimi, pur non avendo esattamente idea di come fosse modello originale. Per questo il Bowie è la lama più controversa della storia della coltelleria. In generale possiamo dire che bastava che un coltello fosse mastodontico perchè la gente lo chiamasse “Bowie”.
Il maggior successo del Bowie lo si ebbe nel periodo della Guerra Civile Americana, perchè l’esercito confederato si dotò di quel tipo di coltelli. Ma fu anche la fine delle grandi vendite. Le armi da fuoco erano ormai mature e soppiantarono rapidamente l’arma bianca, anche nei più remoti avamposti della frontiera.

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