La guerra dei Modoc

A cura di Cristiano Sacco

Capitan JackNell’area di confine tra gli Stati dell’Oregon e della California, vivevano i Modoc, alcuni tra i più micidiali guerrieri che vivessero sul continente. Era un popolo unico nel suo genere, dedito alla caccia e alla pesca, ma soprattutto alla guerra. In un certo senso ricordavano gli arabi del Nord Africa.
Erano feroci schiavisti, che compivano periodiche scorrerie nelle regioni deserte della California e del Nevada, dove vivevano i poverissimi Digger. Passavano come un turbine e radunavano i nativi indifesi, poi li portavano a nord, dove li vendevano alle tribù ricche come i Tlingit e gli Haida.
Questa tribù superba, feroce e indipendente si oppose immediatamente al presupposto, dato per scontato, che l’Oregon appartenesse alla razza bianca.
Numerosi furono gli scontri che i Modoc sostennero contro gli invasori bianchi, e ne uscirono sempre vincitori. Poi, con Ben Wright alla guida di un gruppo di volontari, gli uomini setacciarono il territorio per dare una lezione agli Indiani. Leggi il resto

La rivolta di Estanislao

A cura di Sergio Mura

Mentre in ogni altra parte degli Stati Uniti il contatto tra i coloni bianchi, i soldati e gli indiani ha prodotto soltanto guerre sanguinose e fatto emergere numerose figure di eroici guerrieri che hanno difeso in armi la propria gente, le proprie tradizioni e la propria terra, la California, fin dai tempi della dominazione spagnola e messicana, si è distinta in senso opposto.
Infatti sono davvero poche le guerre che vengono ricordate nei libri di storia e pochi i guerrieri divenuti veramente famosi per le loro gesta belliche.
In questa scarsezza di eventi particolari dobbiamo certamente ricordare la resistenza degli indiani californiani Modoc guidati da Capitan Jack (Kientepoos) tra il 1872 ed il 1873 o le rivolte degli anni ’50 del XVIII secolo.
Questa relativa calma non ha mancato di stupire gli storici che hanno provato ad avventurarsi in questa “anomalia”, anche perchè i motivi per la protesta non mancavano neppure in California, specialmente tra gli indiani che si intrattenevano nei dintorni o all’interno delle molte missioni cattoliche e che finivano per essere inquadrati nel sistema organizzativo e politico delle missioni. Leggi il resto

I bisonti

A cura di Gaetano Della Pepa
Link dello speciale sui bisonti e gli indiani: 1) I bisonti, 2) Gli indiani e la conoscenza del bisonte, 3) Gli indiani a caccia del bisonte, 4) L’utilità del bisonte, 5) I mantelli di pelle di bisonte, 6) Ritualità della caccia al bisonte


La presenza dei bisonti nel territorio americano – specialmente in quella parte che oggi si riconosce negli USA – è stata ampiamente documentata fin dalla prima apparizione di uomini bianchi nelle terre degli indiani.
Le mandrie erano talmente grandi che gli osservatori non riuscivano ad esprimerne la dimensione se non facendo riferimento a termini noti. Ad esempio, alcuni esploratori dei primi dell’800 riferivano di mandrie che attraversavano certe zone lungo un arco temporale di tre giorni.
Altri provarono a riferire di mandrie gigantesche che riempivano il campo visivo, fino all’orizzonte, in tutte le direzioni. Leggi il resto

I mantelli di pelle di bisonte

A cura di Gaetano Della Pepa
Link dello speciale sui bisonti e gli indiani: 1) I bisonti, 2) Gli indiani e la conoscenza del bisonte, 3) Gli indiani a caccia del bisonte, 4) L’utilità del bisonte, 5) I mantelli di pelle di bisonte, 6) Ritualità della caccia al bisonte

I mantelli di pelle di bisonte (buffalo robe) erano gli oggetti più spesso dipinti oltre ai parfleche, contenitori in pelle grezza, e costituivano un capo di abbigliamento di grande importanza presso le tribù delle praterie. Il disegno dipinto o ricamato con aculei di porcospino era indicativo dello status sociale di chi lo indossava sottolineandone il sesso, talvolta l’età, e se si era sposati o single.
Il mantello di una donna nubile era spesso decorato con una riga di medaglioni e pendenti lungo tutta la parte inferiore, mentre un giovane guerriero scapolo ne portava uno con strisce orizzontali di ricami in porcospino con quattro grandi medaglioni, il primo posto a sinistra dove era la testa della pelle. Leggi il resto

Gli oscar del cinema western – 3

A cura di Domenico Rizzi
Tutte le puntate: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21, 22, 23, 24, 25, 26, 27, 28, 29, 30, 31, 32, 33, 34, 35, 36.


IL GRANDE BALZO
Il 1950 è sostanzialmente dominato da 4 registi – Ford, Delmer Daves, Anthony Mann e Henry King – e da 5 film, mentre gli altri 9 western usciti nello stesso anno sotto firme diverse rivestono un’importanza minore.
John Ford completa la propria trilogia con “Rio Bravo” (versione originale: “Rio Grande”) la più musicale delle sue produzioni per la quantità di canzoni tradizionali che contiene – fra le quali “I’ll take you home again, Kathleen”, composta nel 1875 da un insegnante dell’Illinois – eseguite dal celebre gruppo dei Sons of the Pioneers. La trama, arrangiamento del racconto “Mission with no record” di Bellah apparso su “The Saturday Evening Post” nel settembre 1847, viene sceneggiata da James Kevin Mc Guinness, con colonna sonora di Victor Young. Leggi il resto

Le mappe del vecchio west


In questo speciale abbiamo messo insieme le mappe degli stati che componevano gli USA ai tempi del west. Per essere precisi si tratta di mappe pubblicate nel 1895 e che vanno a collocarsi alla fine della frontiera, ma considerati i poveri mezzi tecnici del tempo si tratta di una preziosissima testimonianza che fotografa la geografia di parecchi anni prima.
Per vedere le immagini ingrandite è sufficiente cliccare sulle miniature, mentre se si ha piacere di ottenere l’immagine originale ad alta risoluzione si deve cliccare sulla didascalia e scaricare il file. Leggi il resto

“Iron Brigade”, nordisti di ferro!

A cura di Renato Panizza


Nell’esercito dell’Unione che combattè contro il generale Robert E. Lee nei teatri di guerra della Virginia, del Maryland e della Pennsylvania, diverse unità a livello di brigata si distinsero per il valore dimostrato in battaglia, ma una sola acquistò fama a tal punto da potersi forgiare del titolo di “Brigata di ferro”. Una brigata che fra tutte riportò la più alta percentuale di caduti.
Quando si udivano le note di “Hell on the wabash” intonate dalla banda del Reggimento, arrivavano loro: i famosi “cappelli neri” della “Iron Brigade of the West”! Erano rudi uomini del Mid-West, provenienti dal lontano Wisconsin, dal Michigan e dall’Indiana.
L’elemento distintivo della loro uniforme era un cappello alto e nero, cui venivano spesso applicati una piuma scura e un fermaglio che ne teneva sollevato un lembo: si chiamava “Hardee Black Hat”, dal nome del generale William Joseph Hardee, comandante dei cadetti di West Point prima dello scoppio della guerra, e in seguito generale dell’esercito confederato. Leggi il resto

Gli oscar del cinema western – 2

A cura di Domenico Rizzi
Tutte le puntate: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21, 22, 23, 24, 25, 26, 27, 28, 29, 30, 31, 32, 33, 34, 35, 36.


OMBRE ROSSE
“Stagecoach”, ricavato dal racconto “Stage to Lordsburg” di Ernest Haycox, viene tuttora considerato come il capostipite del nuovo genere, del quale contiene tutti gli ingredienti principali. Infatti sulla diligenza che effettua il servizio da Tonto, in Arizona, fino a Lordsburg, nel New Mexico, si concentra una gamma di personaggi che formeranno la base di moltissime altre pellicole.
Il protagonista Ringo Kid (John Wayne) è un ricercato per omicidio che si reca all’appuntamento con tre fuorilegge – i fratelli Plummer – per compiere una vendetta. Dallas (Claire Trevor) è una prostituta scacciata dalla sua città su iniziativa della Lega della Moralità a causa del mestiere che svolge. Hatfield (John Carradine) è un giocatore di professione che nasconde un passato aristocratico nel profondo Sud sconfitto dalla guerra, mentre il dottor Boone (Thomas Mitchell) è un medico ubriacone a cui nessuno più faceva credito. Leggi il resto

La strage di Massacre Canyon

A cura di Paolo Brizzi e Anna Maria Paoluzzi


La battaglia di Massacre Canyon, combattuta il 5 Agosto 1873, Martedì, fu l’ultimo grande scontro delle guerre intertribali nell’Ovest americano. In questo remoto angolo del Nebraska sud-occidentale forze preponderanti di guerrieri brulè e oglala assalirono il contingente di circa 350 Pawnee, uomini, donne e bambini, recatisi nel bacino del fiume Republican per quella che sarebbe stata la loro ultima caccia al bisonte sulle pianure. Oggi, due miglia a est di Trenton, Hitchcock County, si erge un obelisco di granito, fatto apporre dal governo americano a ricordare quei tragici fatti all’interno dell’odierno parco. Mezzo miglio più a ovest la Highway 34 si incurva all’interno del Canyon, percorso da un torrente che a sud si svuota nel Republican; due miglia più a monte il Canyon si abbassa e restringe e lì si svolse l’attacco. Leggi il resto

The salvation

E’ un buon tempo per i film western che arrivano in Italia. Oggi vi parliamo di “The Salvation” che è un film con un’accurata messa in scena e un consapevole utilizzo della macchina cinema: dalla ricostruzione ambientale con i piccoli villaggi sperduti nella vastità della prateria; all’utilizzo dei movimenti della macchina da presa e alle inquadrature classiche del genere che passano dai campi lunghi e lunghissimi ai primi piani dei volti dei protagonisti; dalla fotografia emotiva e un utilizzo impressionistico della luce.
Le riprese si sono svolte interamente in Sudafrica, tra Johannesburg e Cullinan.
Bello e violento il prologo.
I fratelli Jon (Madds Mikkelsen) e Peter (Mikael Persbrandt) sono in attesa in una stazione ferroviaria dell’arrivo della famiglia del primo. Jon ha attraversato l’oceano sei anni prima arrivando dalla Danimarca, nel 1865, per trovare nuove opportunità nelle terre promesse delle grandi pianure americane. Leggi il resto

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