Butch Cassidy non è morto in Bolivia

A cura di Omar Vicari

Butch Cassidy
Tempo fa ho avuto modo di scrivere sul nostro sito di Far West qualche riga sulla permanenza di Cassidy in Bolivia e sul suo ritorno negli Stati Uniti. Numerose prove di vecchi amici che hanno avuto modo di rincontrarlo e la testimonianza di Lula Parker, la sorella, che lo ha rivisto a Circleville (Utah) nel 1925, non sono bastate agli storici per mettere la parola fine allo scontro armato di San Vicente nel novembre 1908 in cui sarebbe stato ucciso e per contro al suo ventilato ritorno negli Stati Uniti.
Pochi giorni fa, ho ricevuto dagli Stati Uniti il libro “The Butch Cassidy and His Gang Od West Photographic Finds of the Century” di Norman David Moore.
Un libro pieno di foto inedite, mai viste prima su Butch Cassidy e il Wild Bunch. Tra queste foto, ce n’è una importantissima di proprietà di Erich Baumann che ha voluto che la foto fosse inserita nel libro suddetto di Moore. Leggi il resto

Gli oscar del cinema western – 1

A cura di Domenico Rizzi
Tutte le puntate: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21, 22, 23, 24, 25, 26, 27, 28, 29, 30, 31, 32, 33, 34, 35, 36.


Il western è un genere che, dal punto di vista cinematografico, ha ormai superato abbondantemente il secolo di vita. I tempi in cui la gente di New York commentava nei caffè le sequenze de “L’assalto al treno”, scritto, prodotto e diretto da Edwin S. Porter nel 1903, sembrano ormai abissalmente lontani, così come le opere realizzate quasi artigianalmente da Porter, da Wallace Mc Cutcheon (“Kit Carson”, 1903) e dal francese Joe Hamman, in arte “Arizona Bill”, che dopo avere svolto realmente il lavoro del cowboy in America girò nel 1907 “Le Desperado”, facendolo seguire nel 1909 da “Les Adventures de Buffalo Bill”. Leggi il resto

The Loot

Una locandina del film
The Loot, mediometraggio di 36′ di genere western, scritto e diretto da Claudio Cirri, girato tra Scandicci Montelupo e Fucecchio, produzione CLAM.
Il film, ambientato nel 1876, parla di due amici Tom e Jack (Alberto Orlandi e Claudio Cirri) che fuggono con un malloppo (the loot), i due saranno braccati da un gruppo di uomini che hanno a capo l’altro protagonista (Saverio Monni). Durante il film emergerà la natura dei personaggi e da dove provengono i soldi.
Nel 2011 Cirri ha iniziato a scrivere il soggetto e l’intenzione era di realizzarlo in tempi brevi, quindi ha escluso location improbabili, cavalli e personaggi, ma parlandone ad amici con cui ha in passato realizzato videoclip, spot, cortometraggi… ha trovato interesse ed aiuto, ad esempio in Remo Masini che ha fatto un cameo.
Stesso discorso per la parte scenica con i cavalli, che in un western sono essenziali come le pistole. Fernando Ferrini, del CTE di Malmantile, ha dato la disponibilità a fornire i cavalli e ad occuparsi di loro ed ha spronato il regista a imparare a cavalcare prendendo lezioni. Leggi il resto

Louis Riel

Louis Riel è stato il famosissimo e rispettato capo del popolo dei Métis canadesi, ma da moltissimi e quasi universalmente è anche considerato il vero fondatore della provincia del Manitoba. Nella sua vita, si trovò a guidare i Métis in due momenti distinti di vera resistenza contro il governo canadese. Si trattò di momenti storici di grandissima intensità e difficili da inquadrare in maniera “universalmente accettabile”, sia al suo stesso tempo che al tempo in cui viviamo noi, oggi. La stessa complessità della storia del Canada rende difficile definire la resistenza dei Métis guidata da Riel, per via delle due sfere di influenza, quella inglese e quella francese, che hanno da sempre contraddistinto la storia di quella nazione. Vero è che Riel cercò di preservare i diritti e la cultura del popolo Métis quando la loro terra e tutto il Nord-Ovest canadese passarono progressivamente ed inesorabilmente sotto la sfera di influenza del governo centrale. Oggi Louis Riel è considerato da molti canadesi come un vero eroe. Leggi il resto

The homesman

E’ veramente un buon periodo per il cinema western. Stanno uscendo molti film, certamente più di un tempo, complice la maggiore efficienza del circuito digitale (DVD e Blueray, unitamente ai noleggi online). E così ecco “The Homesman”! Il film è un classico western prodotto nel 2014, appena arrivato in Italia. E’ stato scritto, diretto, prodotto ed interpretato da Tommy Lee Jones. Il film è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo scritto da Glendon Swarthout nel 1988. La pellicola partecipa in concorso alla 67ª edizione del Festival di Cannes, dove è stata proiettata il 18 maggio 2014.
La trama del film è la seguente: Anno 1854. Un fenomeno stranissimo sta avvenendo in un minuscolo centro abitato del Nebraska. Tre donne vanno fuori di senno, come disconnesse: sguardi nel vuoto, incuranti di ciò che sta loro attorno. La diagnosi è incerta, mentre la soluzione è netta: bisogna mandare le tre sventurate presso una chiesa battista che si trova nell’Iowa. Più facile a dirsi che a farsi. Mary Bee Cuddy è una giovane e tenace pioniera, originaria del Nebraska che vive isolata alla frontiera americana, nel bel mezzo del Far West. Scartata da tutti i rudi uomini della zona, ma in compenso ritenuta una donna in gamba e indipendente, Mary Bee si assume il difficile compito di trasportare le tre donne malate mentalmente nell’Iowa, nell’Est, da dove provengono. Leggi il resto

Kaloma

A cura di Andrea Carlucci

Presunto ritratto di Josephine Marcus Earp
Nel 1914 l’immagine di una bella giovane donna discinta divenne assai popolare, comparendo nello stesso anno anche sulla copertina del Kaloma, Valse Hesitante (Esitazione Waltzer), uno spartito composto da Gire Goulineaux e pubblicato dalla Cosmopolitan Music Publishing Company, 1367-1369 Broadway, NY.
La popolarità dell’immagine fu così ampia che Kaloma divenne una Pin-up durante la Prima guerra mondiale, continuando sempre ad apparire, anche successivamente al 1918, sulle cartoline.
In effetti le molte delle stampe di Kaloma sopravvissute mostrano i diritti di immagine della
ABC Novelty Company di NY (1), o della Pastime Novelty Company 1313 Broadway, NY., mentre le etichette sul retro apposte sulle stampe, incorniciate secondo l’uso del tempo su cartoncino, confermano che l’immagine fu molto popolare ovunque: dalle Hawaii fino al Canada. Infatti venne riprodotta in oltre 20 paesi come su alcune cartoline messicane ed intorno agli anni Venti anche sulle pubblicità di gelati e persino su un set osè di carte da gioco. Leggi il resto

Processo a Custer

A cura di Domenico Rizzi

Custer e i capi Kiowa nel 1868
Mi sono sempre riproposto e non ho ancora scartato del tutto l’idea di realizzare un’opera monumentale su George Armstrong Custer, il protagonista forse più discusso della storia del West americano. Data l’importanza del personaggio, presente in molti degli eventi di rilievo delle campagne contro gli Indiani, ne ho parlato diffusamente anche in “Le schiave della Frontiera” (2003) “Le guerre indiane nella Grandi Pianure” (2010) e “Frontiere del West” (2013).
Non potendomi accontentare dei libri – che sono comunque 4: “Hoka Hey!” (1978) “Tremila cavalieri indiani” (1995) “Il giorno di Custer” e “Monahseetah e il generale Custer” – e degli articoli da me pubblicati in materia, aggiungo per il momento un ulteriore commento, senza voler innescare alcuna polemica con i denigratori del famoso generale, perché la storia va scoperta ed analizzata con il necessario distacco, accettandone anche gli aspetti che ci piacciono di meno. Leggi il resto

Dalla New York indiana e olandese alla “Grande Mela”

A cura di Pietro Costantini

Un trattato con i Lenape
La grande New York, quando Hudson e Block entrarono nella sua baia, era abitata forse da 5000 Lenape, Munsee e Unami, ed era ricca di campicelli di mais e tabacco, di fragole, ciliegie selvatiche e altri frutti delle sue vaste foreste e paludi. Nella baia prosperavano pesci, focene, balene, tartarughe e aragoste.
Esaminando i toponimi delle vie e anche i nomi dei cinque grandi distretti attuali della metropoli, si vedono emergere tracce del passato, sia indiano che olandese, che ha preparato la conformazione attuale della città prima ancora dell’occupazione anglo-sassone.

Manhattan
I Mohawk chiamavano il posto Ganono, “canne”, a causa delle aree paludose coperte di canneti; i Lenape la chiamarono in vari modi: Manados, Manahata, Manahtoes o Manhattas, cioè “isola”, “isola collinosa”. Gli Olandesi adottarono questo nome, che poi restò per sempre. Leggi il resto

Piombo, polvere e sangue (recensione completa)

A cura di Sergio Mura

Quando la storia, quella vera, intreccia la sua pista con la leggenda, in genere si fa un silenzio inquietante e poi volano confetti di piombo. Già… perché la leggenda non sopporta di essere ripresa e corretta dalla storia; la leggenda vuole vivere così, in un soprassalto di gaia fantasia in cui tutto si scompone e si ricompone intorno ad un nocciolo di verità a cui si aggiunge quel che si vuole.
Non sempre accade così e in Italia abbiamo esempi illustrissimi di storici che sanno narrare la storia in un modo avvincente. Ad esempio, vorrei citare Valerio M. Manfredi che con la sua trilogia su Alessandro Magno ha parlato di storia narrandola in maniera… leggendaria!
Questo preambolo calza moltissimo alla storia del west, quella vera.
Il libro di Mario Raciti si inserisce in quel filone ricco di grazia personale che ci parla di un periodo tutto sommato abbastanza breve in cui quel che è successo è stato avviluppato dalle trame della leggenda fino a perdere i contorni della verità storica. E ce ne parla con competenza, approfondimento, precisione, minuzia storiografica. Leggi il resto

Hugh Glass, tra verità e finzione

A cura di Domenico Rizzi

ZZ30A2B353Il recente film “The Revenant”, diretto nel 2015 da Alejandro González Iñárritu, destinatario di 12 nomination che gli sono valsi 3 premi Oscar (miglior regia, miglior attore protagonista Leonardo di Caprio e miglior fotografia di Emmanuel Lubezki) e 3 Golden Globe (miglior film drammatico, miglior regista e miglior attore protagonista) ha riproposto l’incredibile odissea di Hugh Glass, un avventuroso cacciatore di pellicce che compì un’impresa quasi unica nella storia del West.
Glass, nato in Pennsylvania da genitori scoto-irlandesi nel 1783 (secondo altre fonti, nel 1780) – pochi anni prima del più famoso David Crockett, che come lui sarebbe perito di morte violenta combattendo ad Alamo contro i Messicani del generale Antonio Lopez de Santa Anna – raggiunse le selvagge terre situate fra il corso del fiume Platte e l’alto Missouri per dedicarsi alla professione del trapper, all’epoca assai redditizia. Leggi il resto