La questione indiana (“L’unico indiano buono…”)

A cura di Rino Albertarelli

Il detto che intitola questa rapida scorsa della questione indiana negli Stati Uniti (dalle origini alla strage di Ash Hollow) è stato attribuito gratuitamente al generale Philip Sheridan.
Certo gli somiglia nella grinta, ma quando il terribile “Piccolo Phil” cominciò a far soffrire i nativi, questa frase era già nota sulla Frontiera; forse risaliva addirittura ai Puritani nel XVII Secolo, perché tra questi e gli indiani era stato odio quasi a prima vista. Gli Stati Uniti avevano ereditato il problema indiano dai governi coloniali.
In che consisteva? Molto semplice: gli indiani esistevano e non si sapeva cosa farne.
Per gli spagnoli e I francesi essi avevano rappresentato una ricchezza viva: quella della forza lavoro, che sarebbe stato sciocco non utilizzare o distruggere. Leggi il resto

Alsate, il mezzosangue nantan dei Chisos

A cura di Josephine Basile

Apache A lato: un guerriero Apache
“L’occasione in cui più si riconosce il valore, o temerarietà, di questi barbari (Apache) è quando giunge il momento in cui sono attaccati dai loro nemici. Giammai gli manca la serenità, quantunque siano sorpresi e non abbiano risorse di difesa. Combattono fino all’ultimo respiro e, correntemente, preferiscono morire che arrendersi.”
Diversi luoghi del Texas portano il suo nome; Pozza di Alsate, Volto di Alsate, Grotta di Alsate… ed altri ancora; ma, fra tutti, il più fantastico risulta essere il sito noto come le “Luci dello Spirito di Alsate”, su cui esiste tuttora una vecchia leggenda: durante le notti, dalle montagne Chisos nel parco nazionale del Big Bend, verso la Sierra del Carmen nel Coahuila, si vedono alcune strane luci in cielo, e si vuole che si tratti dello Spirito di Alsate, forse ancora in cerca di vendetta, per il vile tradimento subito dai Messicani. Leggi il resto

Il prezzo della conquista

A cura di Domenico Rizzi

Recentemente si è parlato spesso di Indiani d’America, soprattutto per lo scalpore suscitato dalla notizia del mega risarcimento ottenuto dai nativi per le terre espropriate loro dai Bianchi nei secoli passati.
Dunque, un atto riparatore che dovrebbe attenuare le tensioni spesso riemerse fra il popolo americano e gli antichi abitanti del nuovo continente.
Tuttavia, per amore della verità, non avrebbe senso parlare degli Indiani soltanto come di gente spogliata dei propri possedimenti, perché in parecchi casi furono essi stessi ad appropriarsi delle regioni abitate da altre tribù con le quali erano in conflitto.
Non si può dimenticare, per esempio, che i popoli di lingua sioux, provenienti dai Grandi Laghi, si trasferirono ad occidente perché stanchi della conflittualità con i Chippewa e gli Irochesi. Leggi il resto

Kelvin Grade, 2 Novembre 1889

A cura di Paolo Brizzi

Apache Kid ricercato
Tra i tanti fatti eccezionali accaduti durante le guerre Apache, uno dei più incredibili è costituito dalla fuga di Apache Kid e degli altri indiani prigionieri durante il loro trasferimento da Globe a Casa Grande, inteso a raggiungere la stazione ferroviaria per inviare i condannati alla prigione territoriale di Yuma.
Il Kid era salito alla ribalta delle cronache il 1 Giugno 1887 quando, dopo essere stato assente dal servizio come scout della Compagnia A di San Carlos per rimanere coinvolto in una bisboccia a base di tizwin e avere ucciso Rip, vecchio rivale di suo padre Targardechuz e presunto istigatore di Gonzizzie (che 6 mesi prima aveva ucciso proprio suo padre), venne arrestato dal Capitano Pierce ma subito “liberato” da una improvvisa sparatoria che aveva ferito Al Sieber alla caviglia sinistra. Fuggito con altri Apaches, Kid si sarebbe arreso dopo 24 giorni, dopo aver ucciso alcuni uomini bianchi. Leggi il resto

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